Mercoledì 16 Luglio 2025
Jacob Wulff Wold, Nicoletta Ionta, Simone Cantarini – Euractiv
Europa

Si mobilita la resistenza contro la riforma della politica di coesione UE

In un documento informale 14 Paesi – tra cui Italia, Spagna e Polonia – chiedono che i fondi di coesione restino separati e non vengano fusi in un eventuale “megafondo”.

Raffaele Fitto

Raffaele Fitto

Quattordici Paesi dell’Unione europea si sono uniti per difendere le politiche di coesione dell’UE e fondi “distinti e consistenti” destinati allo sviluppo regionale, proprio mentre la Commissione europea si prepara a svelare la sua proposta per il prossimo bilancio a lungo termine (Quadro Finanziario Pluriennale, QFP).

In un documento informale visionato da Euractiv.com, il gruppo – composto da Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Croazia, Ungheria, Italia, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia – chiede che i finanziamenti per la coesione rimangano un fondo separato e non vengano accorpati in un potenziale “megafondo”.

Il gruppo si unisce al coro crescente di oppositori di una revisione radicale del modo in cui sono strutturati ed erogati i fondi di coesione dell’UE da 392 miliardi di euro, in seguito a una lettera che sollevava preoccupazioni simili da parte di 149 governi regionali il mese scorso.

Preoccupazioni sul nuovo bilancio dell'UE

“Quando 14 governi nazionali, 149 regioni e centinaia di leader locali e attori chiave condividono profonde preoccupazioni in merito alla logica stessa alla base della formulazione della proposta per il nuovo bilancio dell’UE, è giunto il momento di avviare un dialogo costruttivo”, ha affermato Kata Tüttő, presidente del Comitato delle regioni dell’UE, un’assemblea di rappresentanti degli enti locali e regionali.

Il 16 luglio la Commissione presenterà la proposta di revisione del prossimo bilancio settennale, noto come Quadro finanziario pluriennale (QFP).

Difesa dei modelli di allocazione

I Paesi, molti dei quali sono tra i maggiori beneficiari di tali fondi, insistono sul fatto che il prossimo QFP dovrà preservare un modello di allocazione basato sulle regioni, che rifletta i diversi livelli di sviluppo all’interno dell’UE.

I critici hanno già sostenuto che l’eliminazione di un fondo di coesione autonomo indebolirebbe uno degli strumenti più efficaci dell’UE per bilanciare le disparità tra le regioni e potrebbe indebolirne il progetto politico fondamentale.

Posizioni di Francia e Germania

Né la Francia né la Germania, i due maggiori contributori al bilancio dell’UE, figurano tra i firmatari. La Germania sostiene i piani di riforma della Commissione.

La Commissione auspica che le autorità nazionali siano maggiormente coinvolte nell’amministrazione dei fondi dell’UE, a spese degli enti regionali, e potrebbe stabilire i livelli di finanziamento in base al PIL nazionale anziché regionale.

Cambiamenti nell'alleanza

Il gruppo fa riferimento a una dichiarazione simile firmata a febbraio da diciassette paesi, anche se questa volta la formazione è cambiata: Estonia, Cipro e Malta non fanno più parte dell’alleanza, mentre è entrata anche la Polonia.