Domenica 15 Giugno 2025
Redazione Euractiv Italia
Europa

La strategia di Bruxelles per l’approvvigionamento delle materie prime critiche dai Paesi extra-UE

La Commissione europea ha presentato un elenco di 13 progetti sulle materie prime critiche situate al di fuori dell’UE, anche in Paesi o territori d’oltremare

Il segretario di Stato britannico per gli Affari e il Commercio Jonathan Reynolds, il micepresidente esecutivo della Commissione europea per la prosperità e la strategia industriale Stephane Sejourne e la mMinistra ucraina per la Protezione ambientale e le risorse naturali Svitlana Hrynchuk (Ansa)

Il segretario di Stato britannico per gli Affari e il Commercio Jonathan Reynolds, il micepresidente esecutivo della Commissione europea per la prosperità e la strategia industriale Stephane Sejourne e la mMinistra ucraina per la Protezione ambientale e le risorse naturali Svitlana Hrynchuk (Ansa)

L’iniziativa, secondo le intenzioni di Bruxelles, intende diversificare le fonti di approvvigionamento e aumentare la sicurezza economica per l’UE e, allo stesso tempo, promuovere la creazione di valore locale nei Paesi terzi.

Questo elenco sulle materie prime provenienti dai Paesi extra-UE integra quello già adottato il 25 marzo 2025 sulle materie prime strategiche dei Paesi UE. In totale, tutti i 60 progetti strategici contribuiranno alla competitività tecnologica e produttiva dell’Unione in particolare nei settori più avanzati quali l’elettromobilità, le energie rinnovabili, la difesa e l’aerospazio. Tali progetti sono i primi risultati dell’implementazione della normativa sulle materie prime critiche, entrata in vigore nel maggio 2024.

“L’Europa ha bisogno di materie prime per realizzare le nostre ambizioni industriali e climatiche” e “necessita di catene di approvvigionamento stabili, sicure e diversificate”, ha sottolineato il vicepresidente esecutivo della Commissione UE Stéphane Séjourné, indicando che i 13 progetti extra-UE contribuiranno “a ridurre la dipendenza” europea, aumentare “la sicurezza economica” e creare “crescita, posti di lavoro e opportunità di esportazione” nei Paesi partner. I 13 progetti extra-Ue richiederanno complessivamente investimenti per 5,5 miliardi di euro per l’avvio.

Panoramica dei progetti selezionati

Tra i 13 progetti strategici, sette si trovano in Canada, Groenlandia, Kazakistan, Norvegia, Serbia, Ucraina e Zambia, con i quali l’UE ha un partenariato strategico sulle catene del valore delle materie prime; due si trovano in un paese o territorio d’oltremare, la Groenlandia e la Nuova Caledonia; e le restanti si trovano in Brasile, Madagascar, Malawi, Sud Africa e Regno Unito.

Dieci di questi progetti strategici riguardano materie prime strategiche essenziali per i veicoli elettrici, le batterie e lo stoccaggio delle batterie, come litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. Due progetti strategici riguardano l’estrazione di elementi di terre rare, che svolgono un ruolo chiave nella produzione di magneti ad alte prestazioni utilizzati nelle turbine eoliche o nei motori elettrici per le tecnologie delle energie rinnovabili e la mobilità elettrica.

In combinazione con i tre progetti strategici dell’UE che riguardano la lavorazione delle terre rare, questi ulteriori progetti strategici saranno in grado di aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di terre rare dell’UE. I progetti strategici riguardano anche il rame, utilizzato dalla rete elettrica alla microelettronica, al tungsteno e al boro, utilizzato nei settori automobilistico, delle energie rinnovabili, aerospaziale e della difesa.

La Commissione rivendica una valutazione indipendente

La Commissione sottolinea che i progetti strategici selezionati sono stati valutati da esperti indipendenti per garantire che soddisfino i criteri stabiliti nella normativa sulle materie prime critiche, in particolare per quanto riguarda le norme ambientali, sociali e di governance, nonché la fattibilità tecnica.

Inoltre, Bruxelles spiega che i progetti devono essere reciprocamente vantaggiosi e apportare benefici sia all’UE che ai Paesi terzi interessati.

Tuttavia, alcuni dei progetti, in particolare quello per l’estrazione di litio e boro nella valle di Jadar, nella Serbia occidentale, promosso dal colosso anglo-australiano Rio Tinto, sono stati oggetto di forte contestazione da parte degli ambientalisti.

La valle del fiume Jadar ospita quelle che si stima siano le maggiori riserve di litio in Europa e tra le più significative a livello globale, risorsa fondamentale per la produzione di batterie per veicoli elettrici.

Già nel 2021, il governo serbo aveva affidato alla multinazionale angloamericana Rio Tinto la realizzazione di un grande impianto per l’estrazione del litio, con un investimento stimato di 2,4 miliardi di dollari. Il progetto ha però incontrato fin da subito una forte opposizione da parte di movimenti ambientalisti, ONG e partiti politici, preoccupati per l’impatto ambientale dell’iniziativa. Le proteste culminarono nel gennaio 2022, quando il governo decise di revocare le licenze a Rio Tinto e sospendere i lavori.

Tuttavia, nel luglio 2024, la Corte costituzionale serba ha annullato la decisione del governo, giudicandola incostituzionale. Questa sentenza ha segnato un cambio di rotta significativo, seguito pochi giorni dopo da un evento chiave per il futuro geopolitico, economico e sociale della Serbia: il 19 luglio, il governo serbo e l’Unione Europea hanno firmato un memorandum d’intesa per avviare un partenariato strategico sulle materie prime sostenibili, le catene del valore delle batterie e i veicoli elettrici.

Il sostegno economico della Commissione

La Commissione UE ricorda che i progetti strategici selezionati beneficeranno di un sostegno coordinato da parte dell’esecutivo europeo, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie sotto forma di agevolazione dell’accesso ai finanziamenti e di contatti con i pertinenti acquirenti. Si stima che i 13 progetti strategici al di fuori dell’UE necessitino di un investimento di capitale complessivo di 5,5 miliardi di euro per avviare le operazioni.

La Commissione si impegna a rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi interessati per garantire lo sviluppo di tali progetti, in particolare attraverso i partenariati strategici già conclusi con alcuni di questi Paesi sulle catene del valore delle materie prime.

Il percorso che ha portato all’individuazione dei progetti trae le sue origini dalla normativa sulle materie prime critiche entrata in vigore il 23 maggio 2024. Proprio quel giorno la Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte per il riconoscimento dei progetti come progetti strategici con una data limite il 22 agosto 2024. Le domande considerate complete sono state valutate dalla Commissione con il sostegno di esperti esterni per verificare se i progetti soddisfano i criteri pertinenti. Sulla base di tale valutazione, la Commissione ha individuato un elenco di progetti per l’estrazione, la trasformazione, il riciclaggio o la sostituzione di materie prime strategiche. La Commissione ha consultato il comitato per le materie prime critiche, composto dagli Stati membri, e il Parlamento europeo in qualità di osservatore, per discutere e adottare un parere sull’elenco dei progetti strategici il 20 febbraio 2025 e il 12 marzo 2025. Il 25 marzo 2025 la Commissione ha adottato una decisione su un primo elenco di progetti strategici nell’UE.