Martedì 24 Giugno 2025
Aleksandra Krzysztoszek, Sara Bertolli – Euractiv
Europa

Nato, Rutte: sì all’obiettivo del 5% del Pil per la difesa

Il segretario generale della Nato sostiene l’adozione di una nuova soglia di spesa da parte degli alleati. “Gli Usa garantiscono il 44% della capacità militari in Europa, ma dovranno scendere al 30% nel 2032”

Mark Rutte, segretario generale della Nato (Ansa)

Mark Rutte, segretario generale della Nato (Ansa)

Roma, 28 maggio 2025 – I Paesi della Nato si stanno muovendo verso l’adozione di una nuova soglia di spesa per la difesa pari al 5% del Pil, ha annunciato lunedì scorso il segretario generale Mark Rutte, riferendosi al vertice Nato di giugno all’Aia. “Presumo che all’Aia concorderemo un obiettivo di spesa per la difesa più elevato, pari al 5% in totale”, ha dichiarato Rutte durante una conferenza stampa all’Assemblea parlamentare della Nato a Dayton negli Stati Uniti, lo scorso 26 maggio.

L’invito di Rutte giunge in risposta alle continue pressioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che all’inizio dell’anno ha chiesto agli alleati della Nato un aumento significativo dei bilanci per la difesa, sotto la minaccia di perdere la protezione statunitense. Rutte aveva già proposto che i Paesi membri si impegnassero a spendere almeno il 3,5% del Pil per le attività di difesa fondamentali, come l’acquisto di armi, gli stipendi del personale militare e le operazioni all’estero. Si tratta di una percentuale significativamente più alta rispetto all’attuale minimo del 2%.

Nel suo intervento, il segretario generale della Nato ha poi ricordato che gli Stati Uniti ad oggi “garantiscono il 44% della capacità militari convenzionali in Europa ma dovranno essere il 30% nel 2032, con gli alleati europei che dovranno salire al 70% in modo da permettere agli Stati Uniti di concentrarsi di più sull’Indo-Pacifico”.

Non solo armi ma anche sicurezza

Il primo ministro olandese, Dick Schoof, aveva dichiarato all’inizio del mese che Rutte ha già inviato una lettera ai leader della Nato per sollecitarli a raggiungere il 3,5% del Pil per le “spese militari pure” e l’1,5% del Pil per le “spese correlate come le infrastrutture, la sicurezza informatica e altre questioni” nei prossimi sette anni.

Nel discorso di lunedì, tuttavia, Rutte ha sostenuto pubblicamente per la prima volta l’obiettivo del 5%. Questa volta il segretario generale della Nato non ha fornito una struttura precisa della destinazione della spesa, quindi è difficile dire se le sue parole rappresentino un passo avanti rispetto a quanto detto in precedenza o se l’olandese stia mantenendo la sua posizione.

Rutte ha comunque affermato che la base per la spesa militare tradizionale dovrebbe essere “ben al di sopra del 3%”, con fondi aggiuntivi destinati a sostenere le infrastrutture e la logistica.

Secondo gli ultimi dati della Nato, 23 dei 32 Stati membri sono sulla buona strada per raggiungere almeno il 2% del Pil per la difesa entro l’estate. Quando questo obiettivo è stato fissato nel 2014, solo tre Paesi lo hanno raggiunto.

Tuttavia, nessun Paese ha ancora raggiunto la soglia del 5% per quanto riguarda la spesa per la difesa in senso stretto. In testa c’è la Polonia, che quest’anno intende spendere circa il 4,7% del Pil per la difesa, mentre Lituania e Lettonia hanno annunciato che raggiungeranno o supereranno la soglia del 5% entro i prossimi due anni.