Roma, 22 maggio 2025 – In questi giorni l’Unione europea ha discusso su come rispondere alle affermazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che lunedì ha detto: “Prenderemo il controllo di tutta la Striscia di Gaza”. Martedì il Consiglio dell’Unione, nella sua formazione Affari esteri, ha votato per la revisione dell’accordo di associazione con Israele proposta agli inizi di maggio dal ministro olandese Caspar Veldkamp. Secondo i 17 ministri che si sono espressi per “sanzionare” Israele, il Paese starebbe violando il requisito di rispetto dei diritti umani sancito all’articolo 2 dell’accordo. Nel frattempo, gli eurodeputati si stanno muovendo affinché si arrivi ad avere una risoluzione su Gaza, che ad oggi non esiste.

Nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro, l’Alta Rappresentante dell’Ue per la politica estera, Kaja Kallas, ha detto che “è emerso chiaramente che c’è una forte maggioranza a favore della revisione dell’articolo 2 del nostro Accordo di associazione con Israele”, tuttavia tra i contrari alla revisione c’è anche l’Italia. “Sta sbagliando tutto”, afferma con forza Annalisa Corrado (S&D/PD) in un’intervista a Euractiv Italia in riferimento all’atteggiamento del governo italiano. “Giudizio pessimo, assolutamente pessimo, connivenza e corresponsabilità” è quello che emerge dal voto del ministro degli Esteri Antonio Tajani in Consiglio e dalla posizione ambigua dell’Italia rispetto a Israele.
Già un anno fa l’Italia si era astenuta nell’Assemblea delle Nazioni Unite sul riconoscimento dello Stato di Palestina insieme ad altri Stati membri dell’Unione, mostrando come l’Ue non sia in grado di esprimere una posizione unica in tema di politica estera.
“In questo momento non avere una politica estera davvero comune è un vulnus di cui stiamo prendendo consapevolezza e (che ci rendiamo conto) essere inaccettabile”, sostiene Corrado. “Noi non riusciamo a battere un colpo serio sulla situazione di Gaza, adesso finalmente si sta muovendo qualcosa, ma ci sono voluti 60.000 morti”.
Della stessa opinione anche la capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Iratxe Garcìa che nel suo intervento nella plenaria di ieri ha ricordato il grido di allarme lanciato dalle Nazioni Unite sul rischio imminente di una strage qualora i container umanitari non vengano lasciati passare – si parla di 14.000 bambini che potrebbero morire nel giro di 24 ore. “Basta eufemismi”, ha detto la capogruppo spagnola “dobbiamo essere chiari e la revisione non basta: dobbiamo sospendere l’accordo di associazione (con Israele), imporre un embargo all’invio di armi e proibire il commercio con i territori occupati”.
Quasi due settimane fa i leader dei gruppi politici PPE, S&D, Renew, Verdi, The Left al Parlamento europeo avevano chiesto, in una dichiarazione congiunta, “un’azione internazionale immediata ed efficace per alleviare l’intollerabile crisi umanitaria a Gaza”, il cessate il fuoco permanente, e la condanna delle “violazioni del diritto umanitario internazionale durante le ostilità”.
Le tensioni nell’Eurocamera sono altissime, con forti scontri verbali e fisici fra i deputati. “Ieri il dibattito in plenaria è stato durissimo”, ha detto Corrado. “C’è anche addirittura del negazionismo su quello che sta accadendo in Palestina”, con riferimento alla destra.
La nota positiva è che qualcosa sembra muoversi in Parlamento europeo che finora si era invece dimostrato timido e assente rispetto a una presa di posizione sul governo di Israele e sul genocidio in corso a Gaza. “Noi stiamo lavorando alacremente su una risoluzione da presentare al Parlamento europeo, come Partito Socialista Europeo ma anche come delegazione italiana”. Annalisa Corrado ha poi ricordato l’impegno del capo delegazione del Partito democratico, Nicola Zingaretti, che “sta lavorando pancia a terra h24 su questa cosa, quindi insomma, speriamo di essere vicini”.