Giovedì 19 Giugno 2025
Aurélie Pugnet, Alessia Peretti – Euractiv
Europa

Difesa NATO: il 5% del PIL potrebbe includere il sostegno militare a Kiev

I Paesi della NATO stanno pianificando di includere i nuovi fondi spesi per rafforzare l’esercito ucraino come “relativi alla difesa” nell’ambito della proposta della NATO di aumentare gli obiettivi di spesa per la difesa al 5% del PIL, secondo quanto riferito a Euractiv.com da cinque fonti informate sulle discussioni interne.

Ucraina, carri armati a Dontesk (Afp)

Ucraina, carri armati a Dontesk (Afp)

I nuovi acquisti di attrezzature militari specificamente destinate a Kyiv, così come gli investimenti nell’industria degli armamenti ucraina, sarebbero considerati come spese “correlate alla difesa” dai paesi della NATO nell’ambito dei nuovi obiettivi di spesa.

Tale accordo potrebbe ancora essere ribaltato nelle prossime settimane, prima che i leader dei paesi della NATO si riuniscano all’Aia il 24 e 25 giugno per il vertice annuale dell’alleanza. Si prevede che durante l’incontro verrà approvato un accordo generale sull’aumento degli obiettivi di spesa per la difesa dall’attuale 2% del PIL, anche se i dettagli finali degli obiettivi saranno probabilmente definiti in un secondo momento.

L’attuale proposta della NATO prevede che ogni membro spenda almeno il 5% del PIL ogni anno per la difesa, suddiviso tra il 3,5% del PIL per le aree fondamentali della difesa, come le attrezzature militari e la retribuzione dei soldati, e un altro 1,5% per spese più ampie “correlate alla difesa”.

Le discussioni in corso tra i funzionari della NATO si concentrano su cosa includere nell’obiettivo dell’1,5%, come la sicurezza informatica, la spesa per le infrastrutture o gli obiettivi di resilienza.

Cosa sarà incluso?

C’è un accordo generale tra i 32 alleati militari sul fatto che solo i nuovi fondi spesi per il sostegno militare all’Ucraina sarebbero conteggiati nella seconda categoria, hanno affermato le fonti.

Secondo lo stato attuale delle discussioni interne, il valore delle donazioni provenienti dalle scorte esistenti non verrebbe conteggiato ai fini dell’obiettivo, per evitare di contare due volte i fondi già spesi per l’acquisto delle attrezzature.

Le attrezzature donate all’Ucraina dagli arsenali militari della NATO sono già state conteggiate come parte della spesa regolare per la difesa di base al momento dell’acquisto iniziale. Gli ordini futuri per sostituire le attrezzature donate, tuttavia, continuerebbero a essere conteggiati ai fini dell’obiettivo del 3,5% per la difesa di base.

Cosa non sarà incluso?

Gli aiuti non militari all’Ucraina da parte dei paesi della NATO, tuttavia, non sarebbero conteggiati come “correlati alla difesa” ai fini degli obiettivi di spesa dell’alleanza. Gli alleati europei hanno fornito ingenti aiuti umanitari e finanziamenti civili per progetti come il mantenimento della rete energetica ucraina di fronte agli attacchi aerei russi.

Negli ultimi anni, i paesi della NATO hanno speso complessivamente miliardi di euro per equipaggiare l’esercito ucraino nella sua lotta contro l’invasione russa attraverso una combinazione di donazioni di materiale militare esistente, investimenti presso produttori ucraini e acquisti per conto dell’Ucraina.

Due fonti hanno sostenuto che la decisione di considerare gli aiuti finanziari all’esercito ucraino come spese relative alla difesa della NATO è sensata, considerando che armare l’Ucraina ha un impatto diretto e positivo sulla sicurezza della NATO.

Negli ultimi mesi, gli alleati di Kyiv hanno mostrato un crescente interesse a spendere per i produttori di armi ucraini invece di effettuare ulteriori donazioni di equipaggiamento militare dalle proprie scorte. La Svezia, ad esempio, ha annunciato la scorsa settimana che avrebbe spostato gli aiuti all’Ucraina verso la spesa diretta con i produttori di armamenti ucraini, abbandonando le donazioni di equipaggiamento svedese.

Lo sforzo di acquistare direttamente dall’industria ucraina per le forze armate ucraine è diventato noto come il “modello danese”, da quando Copenaghen ha lanciato l’idea.

L’anno scorso, i paesi della NATO hanno speso complessivamente 50 miliardi di euro in aiuti militari di ogni tipo. Nel 2023, secondo i dati dell’alleanza, la cifra ha raggiunto circa 40 miliardi di euro.