Mercoledì 18 Giugno 2025
Thomas Moller-Nielsen, Cesare Ceccato – Euractiv
Europa

L’Ue non sostituirà gli Usa con la Cina anche in caso di fallimento dei negoziati sui dazi

L’Unione europea non intende rafforzare i legami commerciali con la Cina, neanche se i colloqui con gli Stati Uniti sui dazi imposti dal presidente Trump dovessero naufragare

Michał Baranowski, Sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico e della Tecnologia della Polonia

Michał Baranowski, Sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico e della Tecnologia della Polonia

Michał Baranowski, sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo Economico e della Tecnologia della Polonia che detiene la Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea nel primo semestre di quest’anno, ha dichiarato a Euractiv che i rapporti economici dell’UE con la Cina sono “indipendenti” da quelli con gli USA, che hanno imposto dazi onerosi sulle esportazioni europee dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, dello scorso gennaio.

“Ciò che sicuramente non accadrà è che l’UE dica: ‘Peccato che non sta funzionando con gli Stati Uniti, passeremo semplicemente alla Cina’", ha affermato Baranowski. Queste dichiarazioni arrivano mentre la Cina cerca di sfruttare le tensioni nelle relazioni economiche transatlantiche che valgono oltre 1.600 miliardi di euro rafforzando i legami diplomatici ed economici con Bruxelles.

Il tentativo di seduzione di Pechino, tuttavia, è stato ostacolato dall’incapacità di affrontare fonti di attrito persistenti nei rapporti UE-Cina, come la crescente competitività degli esportatori cinesi e l’approfondimento dei legami tra Pechino e Mosca. Questa settimana, ad esempio, gli Stati membri dell’UE hanno deciso di limitare la partecipazione dei fornitori cinesi di dispositivi medici agli appalti pubblici, sostenendo che le imprese europee sono discriminate in Cina.

I rapporti sono stati ulteriormente danneggiati dall’imposizione da parte di Pechino di controlli all’export su una serie di beni critici, tra cui magneti e terre rare, utilizzati per fabbricare prodotti come lavatrici, semiconduttori e automobili. Baranowski ha condannato con forza le restrizioni cinesi all’export, definendole “come gettare benzina sul fuoco” nel rapporto Ue-Cina.

Tali misure stanno “certamente esercitando pressioni sulle economie europee” ha aggiunto, sottolineando che ostacolano anche la capacità dell’Europa di rilanciare la propria base industriale della difesa per contrastare la crescente minaccia militare russa.

E riecheggiando le parole del sottosegretario, giovedì il commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič ha esortato Pechino ad “affrontare le questioni sistemiche che riguardano l’Europa e altri partner”, tra cui le restrizioni all’export, gli ostacoli all’accesso al mercato e le “sovraccapacità produttive” incentivate dallo Stato.

“Apprezziamo la relazione economica e commerciale UE-Cina”, ha detto Šefčovič. “Tuttavia, l’ascesa impressionante della Cina non deve avvenire a scapito dell’economia europea”.

I commenti di Šefčovič sono arrivati il giorno dopo che il commissario aveva parlato di interessanti “progressi” nei colloqui con il rappresentante statunitense per il commercio Jamieson Greer a Parigi. L’incontro ha riguardato “settori, ambiti molto concreti, e anche una possibile zona d’atterraggio” per un futuro accordo commerciale, ha detto Šefčovič.

Baranowski ha confermato a sua volta che i negoziati Ue-Usa “stanno assolutamente facendo progressi”, aggiungendo che le cose “sembrano un po’ migliori man mano che [Greer] si coinvolge pienamente e il processo diventa più tecnico”.

Pur rifiutandosi di fornire dettagli su come sarà strutturato un eventuale accordo commerciale Ue-Usa, Baranowski ha lasciato intendere che sarà “più ambizioso” rispetto al precedente accordo tra USA e Regno Unito. Quel patto, raggiunto il mese scorso, concede agli esportatori britannici alcune esenzioni dai dazi “settoriali” di Trump su acciaio, alluminio e automobili. Tuttavia, mantiene in vigore il dazio “universale” del 10%, attualmente contestato nei tribunali americaniPechino ha anch’essa denunciato l’accordo USA-Regno Unito, sostenendo che limiterà gli investimenti cinesi nel Regno Unito. “Puntiamo a un accordo ambizioso - ha detto Baranowski –, più ambizioso degli altri che abbiamo visto finora”.

Allo stesso tempo, Baranowski ha definito “non utile” la decisione di Trump, annunciata mercoledì, di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio al 50%. “Stiamo facendo progressi, e se l’altra parte – in questo caso gli Stati Uniti – esce con nuovi dazi, non ci aiuta certo a mantenere questi negoziati produttivi” ha detto. Baranowski ha affermato che l’Ue è pronta a imporre dazi di ritorsione sulle esportazioni americane se i negoziati dovessero fallire, pur senza specificare in quali condizioni precise ciò accadrebbe. L’Ue ha sospeso un pacchetto di ritorsioni da 21 miliardi di euro – che colpirebbe soia, diamanti e motociclette statunitensi – fino al 14 luglio, cinque giorni dopo l’entrata in vigore del dazio del 50% su tutte le esportazioni Ue. Bruxelles sta inoltre elaborando un altro pacchetto da 95 miliardi di euro che potrebbe colpire aerei, vino, automobili e macchinari americani. “Come mi piace dire: parliamo con tono pacato, ma abbiamo un grosso bastone”, ha detto Baranowski. “Quel bastone è sul tavolo”.