
Adolfo Urso, Marco Marsilio e Andrius Kubilius
“Dobbiamo considerare che la Russia potrebbe anche testare la nostra resilienza e la nostra risposta con l’articolo 5 della Nato, e potrebbe essere pronta a testarci anche nel 2027”, ha detto Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, durante un’audizione congiunta alle Commissioni Politiche UE di Camera e Senato e alle Commissioni Esteri-Difesa di Palazzo Madama, evocando uno scenario di tensione militare diretta che richiede una strategia di lungo periodo.
Il commissario ha mostrato scetticismo anche sulla possibilità di una pace negoziata in Ucraina: “Non vorrei essere così ottimista sul fatto che si riesca davvero ad arrivare alla pace in Ucraina sulla base dei tentativi fatti finora, perché Putin non vuole la pace. Ci sono strumenti diplomatici, però non so se questi riescano davvero a portare a successo in futuro.”
Oltre alla Russia, il commissario ha posto l’accento anche sull’ascesa della Cina e sul conseguente spostamento dell’attenzione strategica americana verso l’Indo-Pacifico: “Dobbiamo essere pronti davanti all’ascesa militare della Cina, con gli Usa che spostano risorse verso l’Indo-Pacifico e quindi riducono la loro presenza sul continente europeo.”
In questo contesto, Kubilius individua due priorità per l’Unione: “Aumentare la nostra capacità di deterrenza verso la Russia e realizzare capacità concrete sul lungo termine per essere pronti a una retrocessione americana dal continente europeo”.
Una difesa europea ancora troppo debole
Il quadro tracciato dal commissario non è privo di autocritiche sul sistema europeo.
“Abbiamo un’industria della difesa molto frammentaria, perché ogni Stato ha la sua industria e non riesce a sfruttare il mercato unico. Ed è per questo che stiamo perdendo nella competizione globale e gli Stati membri stanno comunque spendendo tanti soldi al di fuori dell’industria della difesa europea”, ha spiegato.
Kubilius ha ricordato come anche il mondo accademico solleciti una riflessione su una maggiore spesa in difesa, stimata in circa 800 miliardi di euro aggiuntivi a livello nazionale. Tuttavia, ha avvertito, se l’Europa si limita agli strumenti oggi disponibili, i problemi strutturali evidenziati anche da Mario Draghi resteranno irrisolti.
Per superare queste criticità, il commissario ha auspicato l’introduzione di un vero strumento finanziario a livello europeo che incentivi gli Stati membri ad acquistare in ambito europeo.
“Non possiamo imporre dall’alto cosa comprare, ma dobbiamo incentivarli a farlo”, ha aggiunto, rispondendo a una domanda della deputata Isabella De Monte (Azione) sull’utilizzo dei fondi SAFE per rafforzare gli acquisti congiunti nell’ambito del programma EDIRPA (Reinforcement through common procurement act).
Kubilius ha ribadito l’importanza di sostenere lo strumento: “È fondamentale sostenere gli acquisti congiunti per favorire il programma EDIRPA, perché ci aiuta a risolvere i problemi strutturali che stiamo avendo, per migliorare la spesa in ambito della Difesa”.
Tuttavia, ha ammesso che una soluzione ancora non c’è: “La soluzione non ce l’abbiamo ancora. Ma ci saranno ulteriori consultazioni”.
Riguardo al futuro, si discute di un nuovo programma, EDIP (European defence industry programme), ma le risorse restano limitate: “Il Parlamento sta chiedendo di aumentarle, 20 miliardi di euro da prestiti SAFE, ma come possiamo convertirli in bilancio vero e proprio, questo non l’abbiamo ancora stabilito. Ci serve uno strumento finanziario per incentivare gli Stati membri ad arrivare ad acquisti congiunti europei”.
Spazio: “L’Italia ha una visione forte e chiara”
Un capitolo positivo nell’intervento del commissario è arrivato dal fronte spaziale. Kubilius ha elogiato il ruolo dell’Italia nei programmi Galileo e Copernicus, definendoli rispettivamente “il programma di posizionamento satellitare migliore al mondo” e “il migliore per il monitoraggio”.
“Speriamo che ci siano anche dei miglioramenti, anche per essere migliori di Starlink”, ha aggiunto, sottolineando la necessità di competere con i colossi privati.
“Devo dire che posso congratularmi con il governo italiano per il modo in cui ha speso le risorse europee in maniera prudente e per lo sviluppo di nuovi sistemi. Avete davvero investito nel futuro”, ha dichiarato, lodando in particolare i centri operativi italiani attivi nel programma Galileo e le nuove strutture in preparazione delle operazioni IRIS2.
Un riconoscimento, secondo Kubilius, che testimonia una strategia chiara: “L’Italia è un attore che svolge un ruolo importante. Questo mostra che l’Italia ha sicuramente una visione molto forte e chiara di quello che dobbiamo fare nell’ambito dello sviluppo spaziale. L’Italia deve essere orgogliosa.”