Lunedì 23 Giugno 2025
GIOVANNI SERAFINI
Esteri

Eterna guerriglia in Francia. Scontri post-Champions. Due morti e 500 arresti

Il trionfo del Paris Saint Germain scatena il caos, notte di follia non solo a Parigi. Dalla festa del 14 luglio ai gilet gialli: la rabbia esplode con ogni pretesto.

Il trionfo del Paris Saint Germain scatena il caos, notte di follia non solo a Parigi. Dalla festa del 14 luglio ai gilet gialli: la rabbia esplode con ogni pretesto.

Il trionfo del Paris Saint Germain scatena il caos, notte di follia non solo a Parigi. Dalla festa del 14 luglio ai gilet gialli: la rabbia esplode con ogni pretesto.

Sabato sera, subito dopo il trionfo del Paris Saint Germain a Monaco, uno dei calciatori artefici della vittoria aveva lanciato un appello in televisione: "Niente violenze per favore, non sporcate questa festa, non create disordini a Parigi". Le parole di Ousmane Dembelé erano rivolte alle migliaia e migliaia di giovani che prima ancora che finisse la partita si erano riversati urlando nelle strade della capitale. Erano sovraeccitati, minacciosi, molti in stato di ebbrezza. Ne avevo già visti parecchi nel pomeriggio, fra il Trocadero, la Tour Eiffel e gli Champs-Elysées, già senza voce, visibilmente pronti a qualsiasi eccesso. Così, quella che doveva essere una celebrazione gioiosa, una notte di euforia nazionale, si è trasformata in una serie di scontri durissimi con la polizia, di assalti selvaggi, di auto incendiate, di vetrine spaccate, di negozi saccheggiati. Il bilancio è pesantissimo: due morti, una decina di persone in condizioni gravi, duecento feriti, una trentina fra poliziotti, gendarmi e pompieri finiti all’ospedale (uno è tuttora in prognosi riservata). Oltre 500 gli arresti.

Ancora una volta è emerso, come ai tempi dei gilet gialli, il malessere profondo della Francia: una rabbia che esplode con qualsiasi pretesto nelle notti delle adunate e dei festeggiamenti nazionali, che si tratti del 14 luglio, dell’ultimo dell’anno o di un grande evento sportivo. Il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, ha denunciato "i barbari che si sono abbandonati ad atti vandalici". Immediata la risposta del tribuno dell’ultrasinistra Jean-Luc Mélenchon: la colpa è dei poliziotti, ha detto, che hanno "turbato il desiderio di far festa di pacifici supporter". La fracture sociale non potrebbe essere più evidente.

Le immagini trasmesse ieri per tutto il giorno dalle televisioni sono agghiaccianti: distruzioni gratuite, aggressioni violente, strade devastate, corpo-a-corpo con la polizia, colpi di mortaio, lacrimogeni, fuochi artificiali sparati ad altezza d’uomo. Un ragazzo di vent’anni è morto a Parigi, investito da un’auto di tifosi mentre stava circolando sul Lungosenna a bordo del suo scooter. Un altro, un adolescente di 17 anni, è stato accoltellato a morte a Dax per motivi ancora sconosciuti. A Coutances, nel dipartimento della Manica, un poliziotto è stato colpito a un occhio da un petardo: è in ospedale in coma artificiale. A Grenoble una Bmw è piombata su quattro passanti, due ragazzi e due donne, membri della stessa famiglia, feriti in modo grave; l’aggressore, subito arrestato, ha dichiarato di aver perso il controllo mentre tentava di fare un’inversione di marcia. Ad Alençon un diciottenne alla guida di una Porsche è finito con l’automobile dentro una vetrina, scatenando un incendio che ha costretto ad evacuare diversi immobili. Centinaia i veicoli incendiati in tutta la Francia, decine i negozi saccheggiati a Parigi dai casseurs, fra cui uno di articoli sportivi sugli Champs-Elysées letteralmente svuotato da una trentina di persone.

La polizia (5 mila uomini) è stata messa a dura prova, in particolare nella capitale dove bande di scalmanati hanno cercato (fra l’altro) di dare l’assalto all’Arco di Trionfo. Ci avevano già provato, nel 2018, i Gilets Jaunes. La storia, come vediamo, tende a ripetersi.