Un pezzo d'Ucraina è già in fiamme, esplosioni e accuse incrociate

Gli Usa e l’Europa: Putin continua a cercare pretesti per l’attacco. Lo zar fa evacuare i civili e lancia le esercitazioni

Soldato ucraino accanto all'asilo bombardato (Ansa)

Soldato ucraino accanto all'asilo bombardato (Ansa)

Mosca, .19 febbraio 2022 - Putin si fa cupo. I bombardamenti proseguono in Donbass e il capo del Cremlino dice che "la situazione si sta deteriorando". Per l’America l’attacco della Russia rimane imminente, oggi o domani quando si saranno concluse le Olimpiadi a Pechino, per non infastidire il presidente cinese Xi che al Consiglio di sicurezza Onu ha dato man forte ai russi. Così ieri il presidente degli Usa Joe Biden: "Sono convinto che Vladimir Putin abbia preso la decisione di attaccare l’Ucraina, mettendo nel mirino anche Kiev. Abbiamo ragione di crederlo".

La situazione è davvero esplosiva: oltre al bombardamento di un asilo, ieri è saltata in aria un’autobomba davanti agli uffici del governo di Donetsk. "Una messa in scena", accusa Kiev di concerto con Washington. In altri termini, una ‘false flag operation’, un’operazione condotta in modo da far ricadere la responsabilità su altri, progettata per alimentare le tensioni nell’area.

Donbass: ecco cosa sta succedendo. "Neonazi, separatisti e mercenari"

A ciò si aggiunge una mossa tanto plateale quanto cinica di Putin che ha offerto a tutti i cittadini filorussi pronti a lasciare l’Ucraina 10.000 rubli ciascuno per le prime necessità che però equivalgono solo a 140 dollari. C’è chi vede in questa manovra l’intenzione di liberare intere aeree ad Est del paese per fare spazio agli obici dell’artiglieria russa e all’avanzata dei carri armati ammassati al confine. Oggi terminano anche le annunciate grandi esercitazioni militari fra russi e bielorussi e il presidente Lukashenko è volato a Mosca per partecipare al gran finale del ’war game’ con Putin.

Il ministro della difesa del Cremlino esalta le operazioni militari sostenendo che saranno coinvolti i mezzi aerospaziali più avanzati, missili e le unità della marina, mentre l’ambasciatore americano presso l’Osce Michael Carpenter conferma che adesso sui confini russi e bielorussi invece di ritirarsi i soldati russi sono diventati 190.000 e tutti attendono un pretesto per entrare. Il Wall Street Journal rivela che la Russia attaccherà nei prossimi giorni utilizzando carri armati, caccia, missili balistici e attacchi cyber. In questo contesto frenetico, dopo gli Usa anche Londra chiude l’ambasciata a Kiev per spostarla a Leopoli.

Sul telefono rosso Biden ha parlato due volte col premier italiano Mario Draghi, confidando in una sua positiva mediazione con Putin per far sedere lui e l’ucraino Zelensky allo stesso tavolo. Draghi andrà a Mosca nei prossimi giorni su invito dello stesso capo del Cremlino e affida all’Italia una posizione strategica in tutta la crisi Ucraina per puntare "ad uno sforzo diplomatico e di deterrenza, ma sempre riaffermando l’impegno per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina".

Putin capisce però anche che la corda potrebbe spezzarsi e alternando bastone e carota ripete: "Sono pronto a negoziare se gli altri ascolteranno le nostre proposte", ma poi, offrendo un premio a chi fugge in Russia dalle zone ribelli del Donbass , di fatto si schiera con chi combatte Kiev dall’interno del territorio nazionale.

Scoraggiato dai grandi e inutili sforzi fatti nelle ultime ore il segretario di stato americano Blinken ripete "vediamo sempre più forze militari alle frontiere e truppe che potrebbero essere pronte a colpire". Il ministro degli esteri ucraino sarà a Bruxelles per partecipare al summit dei ministri degli esteri europei e fare il punto della tesissima situazione mentre Biden in video conferenza con i leader del G7 vuole dimostrare a Putin non solo che l’alleanza occidentale tiene, ma che non è mai stata così compatta . Questo atteggiamento granitico, rafforzato dalle parole del cancelliere tedesco Schoulz che dice "Mosca ha avanzato proposte da guerra fredda", ha spiazzato il leader dl Cremlino convinto di dividere i paesi Ue con la minaccia di chiudere i rifornimenti di energia.