Domenica 20 Luglio 2025
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Erik Kurilla, chi è il falco vicino a Trump che spinge per l’intervento Usa nella guerra in Iran

Al Pentagono lo conoscono come "il Gorilla". Il generale capo del Us Central Command passa molto tempo con il tycoon e tutte le sue richieste sono state approvate, dallo spostamento di portaerei a caccia nella regione. A febbraio aveva elaborato un piano con gli israeliani

Erik Kurilla, chi è il falco vicino a Trump che spinge per l’intervento Usa nella guerra in Iran

Roma, 18 giugno 2025 – Al Pentagono lo conoscono come "il Gorilla", un soprannome che la dice lunga sulla sua combattività. E ora che Israele ha aperto un nuovo fronte di guerra in Iran, con Trump che ha dato l’ultimatum definitivo a Teheran ("Resa incondizionata, la mia pazienza è finita”) il battagliero generale Michael Erik Kurilla è in pressing sul presidente Usa per un'operazione congiunta contro Teheran. Molto vicino a Israele anche per gli standard dei funzionari americani, il capo del Us Central Command è diventato una figura chiave. Il rafforzamento militare americano in Medio Oriente mostra l'ascesa di Kurilla, le cui richieste – secondo indiscrezioni – sono state quasi tutte accolte nonostante lo scetticismo del capo di stato maggiore aggiunto Dan Caine.

Il capo del Centcom Michel Kurilla (ultimo a destra)
Il capo del Centcom Michel Kurilla (ultimo a destra)

Chi è il “Gorilla”

Kurilla è il generale che di recente ha più avuto tempo a disposizione con Trump, e colui su cui Pete Hegseth si appoggia per molte delle sue decisioni. Il capo del Pentagono gli ha concesso significativi poteri e autorità rendendolo una delle voci più importanti nel team per la sicurezza del presidente. Esperto di guerra e avverso ai media, Kurilla è noto per avere un carattere in molte occasioni irritante. Il suo coraggio non è messo in dubbio neanche dai critici: nel 2005 ha guidato le truppe americane durante uno scontro a fuoco al culmine della guerra in Iraq nonostante fosse stato colpito tre volte. Un gesto eroico che gli fece conquistare la stella di bronzo.

Alla guida del Central Command e vicino alla pensione

Kurilla è alla guida del US Central Command dal 2022 e a breve andrà in pensione. Sotto la sua guida gli Stati Uniti hanno sostenuto Israele nella sua risposta all'attacco del 7 ottobre per mano di Hamas. Da allora ha visitato ripetutamente Israele per coordinare gli aiuti americani alle operazioni a Gaza e in Libano e per rafforzare le difese del paese di fronte alle ritorsioni dell'Iran dello scorso anno. Con l'avvicinarsi della pensione di Kurilla, i funzionari americani e israeliani favorevoli a una discesa in campo degli Stati Uniti vedono restringersi la finestra per un attacco all'Iran e vedono il possibile via libera di Trump all'operazione come la migliore e forse ultima chance per agire.

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Determinante per lo spostamento di asset militari

E non è un caso che tutte le richieste avanzate da Kurilla, da quando Israele ha lanciato alla fine della scorsa settimana il suo attacco contro l'Iran, sono state approvate, dallo spostamento di portaerei a caccia nella regione. Senza contare che il capo del Centcom ha avuto molto più accesso a Trump di altri generali, perorando la necessità di muovere maggiori asset militari nella regione. Kurilla sembra essersi imposto anche sull'ascoltato Elbridge Colby, il sottosegretario per la strategia, uno dei funzionari civili, allineati ideologicamente all'America First e il Maga, che Hegseth ha portato al Pentagono anche con l'obiettivo di ridurre l'influenza dei generali a quattro stelle.

"Il Centcom sta cercando di prendersi tutti gli asset che può dagli altri teatri, è quello che fa sempre", ha rivelato una fonte di Politico. Questa settimana il Pentagono ha annunciato l'invio in Medio Oriente di una seconda portaerei, la Uss Nimitz, spostandola, con il suo gruppo di attacco, dal Mar cinese meridionale, per andare ad aggiungersi alla Uss Carl Vinson. Sono stati anche inviati altri F22. F35 e F16.

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Il piano di Kurilla e le tre opzioni Usa

Entro la metà di febbraio, in coordinamento con gli israeliani, il generale Kurilla aveva elaborato tre opzioni principali. La prima prevedeva il rifornimento di carburante e il supporto di intelligence degli Stati Uniti per una missione israeliana. La seconda erano attacchi congiunti israeliani e americani. La terza era una missione guidata dagli Stati Uniti con Israele in un ruolo di supporto. Avrebbe coinvolto bombardieri americani B-1 e B-2, aerei da trasporto e missili da crociera lanciati da sottomarini. Witkoff intanto proseguiva i negoziati con Teheran, mediati dall'Oman, e gli israeliani si spazientivano.