Mercoledì 24 Aprile 2024

Erdogan: "Truppe a Tripoli per la pace". Poi annuncia le trivellazioni nel Mediterraneo

Il leader turco conferma l'invio dei soldati, e al contempo mette le mani sul petrolio del Mediterraneo annuciando l'accordo con al-Serraj sui confini marittimi. "Per trivelalre bisogna chiedere a Tripoli o Ankara"

Il presidente turco Recep Tayyip  Erdogan (Ansa)

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Ansa)

Istanbul, 16 gennaio 2020 - Ankara vuole la pace in Libia, ma soprattutto il petrolio del Mediterraneo. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan mostra la vera natura dell'interessamento turco alla crisi in Libia. Erdogan ha annunciato, illustrando le linee di politica estera nel suo discorso programmatico di inizio anno: "Stiamo inviando le nostre truppe in Libia per sostenere la pace". E nello stesso discorso alla Nazione il presidente rivela anche: "La Turchia avvierà quest'anno attività di esplorazione e perforazione nel Mediterraneo" nelle zone inquadrate dall'accordo sulla demarcazione dei confini marittimi con la Libia. "La nave Oruc Reis effettuerà inizialmente un'esplorazione sismica", ha spiegato il presidente.

Quindi il leader di Ankara avverte il resto d'Europa: "Non è più possibile per altri Paesi condurre attività di ricerca sismica e di perforazione senza il consenso della Turchia e della Libia nelle aree designate dall'accordo marittimo". ll memorandum d'intesa con Tripoli, siglato a fine novembre a Istanbul da Erdogan con il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli Fayez al-Sarraj, è stato condannato da gran parte della comunità internazionale, che non lo ritiene legittimo. I più preoccupati sono i governi di Grecia e Cipro, che denunciano violazioni delle rispettive frontiere.

Erdogan sulla missione militare in Libia è stato vago, non ha fornito altri dettagli e non ha indicato se i soldati sono già giunti nel Paese, né quanti ne verranno inviati. In una riunione privata del suo Akp si era parlato dell'invio di 35 militari con funzioni di "coordinamento" e supporto delle forze di Fayez al Sarraj. Inoltre in Libia sarebbero già presenti a sostegno di Tripoli oltre 600 mercenari siriani cooptati dalla Turchia, lo ha rivelato l'Osservatorio siriano per i diritti umani.

Ma non basta, la Turchia nel 2021 lancerà il suo primo satellite di comunicazione di produzione nazionale (Turksat 6A), ha annunciato Erdogan analizzando i risultati economici del 2019 e tracciando gli obiettivi per il prossimo futuro. "Rafforzando la produzione, le esportazioni e il tasso di occupazione, e proteggendo i nostri diritti sulla scena internazionale, in particolare nel Mediterraneo, stiamo aprendo le porte a un nuovo periodo di crescita". Previsioni assolutamente positive quelle esposte dal presidente turco: per il 2020 si attende una crescita del Pil del 5%, "cioè superiore alle stime del 3,4% degli organismi internazionali", e punterà alla creazione di 3,2 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi tre anni, portando il tasso di disoccupazione al 9,8% nel 2022.