Erdogan minaccia la Grecia: "Nuovi missili possono colpire Atene". Il perché della crisi

Rimane alta la tensione nel Mediterraneo orientale dopo le esercitazioni militari greche nel Mar Egeo. Il ministro degli Esteri greco: "Minacce inaccettabili, no ad atteggiamenti nordcoreani"

Recep Tayyip Erdogan al summit di Astana (Epa/Vyacheslav Prokofyev/Sputnik pool)

Recep Tayyip Erdogan al summit di Astana (Epa/Vyacheslav Prokofyev/Sputnik pool)

Ankara, 12 dicembre 2022 - Erdogan torna a minacciare la Grecia. Il presidente ha annunciato che la Turchia ha iniziato a produrre i propri missili, battezzati Tayfun, che potrebbero raggiungere anche Atene. La dichiarazione arriva in un periodo quando il rapporto (già fragile) tra i due paesi è caratterizzato da una tensione particolarmente alta. Durante gli ultimi giorni ha gettato benzina sul fuoco un'esercitazione militare greca nel mar Egeo, che Ankara ha definito "una provocazione". Questi eventi costituiscono l'ultimo atto dell'eterno conflitto turco-greco sulla divisione della piattaforma continentale, dei confini marittimi, dello spazio aereo e in ultimo dei diritti di sfruttamento delle risorse di idrocarburi nell'Egeo.

"Il Tayfun colpirà Atene? Beh, certo che lo farà"

Erdogan ha parlato della produzione dei nuovi missili domenica, durante un discorso a Samsun, nel nord della Turchia, secondo quanto riportato da diversi media internazionali tra cui Politico e Ekathimerini. Il Tayfun, che in turco significa 'tifone', ha una gittata più che doppia rispetto agli attuali missili nell'arsenale turco: durante i test svolti a ottobre sul Mar Nero ha colpito un bersaglio a una distanza di circa 560 chilometri. "Naturalmente questo spaventa i greci. Quando si dice 'Tayfun', i greci si spaventano e dicono: 'Colpirà Atene'. Beh, certo che lo farà" se "non mantiene la calma", ha detto il presidente. "Se i greci cercano di comprare armi a destra e a manca e dall'America per armare le isole, non possono aspettarsi che un Paese come la Turchia rimanga a guardare", ha aggiunto. Questa non è assolutamente la prima volta che il Erdogan stesso o qualche altro rappresentante di Ankara lancia minacce del genere alla Grecia. Il presidente ha ripetutamente affermato nel corso dell'anno che l'esercito turco potrebbe "scendere all'improvviso una notte, quando sarà il momento". 

"È inaccettabile e universalmente condannabile che da un Paese alleato, membro della Nato, arrivino minacce di un attacco missilistico contro la Grecia". Così il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias. "Gli atteggiamenti nordcoreani non possono e non devono entrare nell'Alleanza Atlantica", ha commentato il ministro arrivando a Bruxelles per una riunione del Consiglio Affari Esteri dell'Unione europea.

Tensioni nel Mediterraneo orientale

La scorsa settimana, invece, è stato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu a prendere di mira la leadership di Atene. "Se semini vento raccogli tempesta, la Grecia non lo dimentichi", ha detto. "Se non vogliono la pace agiremo di conseguenza e faremo quanto necessario, sia presso gli organismi internazionali, sia sul campo". A far scattare l'allarme ad Ankara è stata la corsa greca agli armamenti che riguarda soprattutto le isole. In più, le recenti esercitazioni militari nel Mediterraneo orientale sono state svolte appena 84 chilometri dalla costa turca. Nel frattempo il governo di Erdogan ha inviato la quarta nave per trivellazioni nella stessa zona: la Abdulhamid Han è giunta al lotto che i turchi chiamano Tasucu-1, non lontano dalle acque dell'isola contestata di Cipro. Una nave capace di ospitare un equipaggio di 200 persone, attrezzata con tecnologie per la ricerca di idrocarburi di ultima generazione, lunga 239 metri, con una torre di 112 metri e una larghezza di 42 metri, può trivellare fino a 12.200 metri di profondità.