Martedì 23 Aprile 2024

Elezioni Usa, il columnist: "A Hillary basta comportarsi da adulta per battere Trump"

Per George F. Will, premio Pulitzer e columnist di punta del Washington Post (il Wall Street Journal lo ha definito "il più potente giornalista d’America"), la strategia della candidata democratica contro Trump è semplice: "Deve dimostrare di essere una persona tranquilla per mettere in evidenza l’instabilità del suo avversario".

Bill e Hillary Clinton nel giorno della vittoria alle primarie (Afp)

Bill e Hillary Clinton nel giorno della vittoria alle primarie (Afp)

New York, 8 giugno 2016 - "Hillary ora deve solo restare calma". Per George F. Will, premio Pulitzer e columnist di punta del Washington Post (il Wall Street Journal lo ha definito "il più potente giornalista d’America"), la strategia della candidata democratica contro Trump è semplice: "Deve dimostrare di essere una persona tranquilla per mettere in evidenza l’instabilità del suo avversario. Come sempre, più ci si avvicina alle elezioni più gli americani si rendono conto che non stanno spedendo un messaggio ma un presidente a Washington. In molti abbandoneranno il tycoon".

Come mai l’ex Segretario di Stato ci ha messo così tanto a ottenere la nomination?

"Ha scontato il fatto di non essere una novità. È in politica da un quarto di secolo. In America come in Italia, come ha dimostrato il primo turno per eleggere il sindaco di Roma, c’è spesso voglia di cambiare. Inoltre anche l’idea di eleggere per la prima volta un presidente donna ha perso molto del suo fascino: Margaret Thatcher è diventato primo ministro 37 anni fa, Golda Meir lo ha fatto addirittura prima e Angela Merkel governa la nazione più potente d’Europa da un bel po’ di tempo".

Perché Bernie non si arrende?

"Più resisterà, più avrà voce in capitolo alla convention di Filadelfia. Vuole ottenere qualcosa prima di dare il suo appoggio. Potrebbe essere un cambiamento alla proposta elettorale o una modifica al sistema che decide la nomination del partito democratico, riducendo i superdelegati, che secondo lui gli hanno impedito di battere Hillary, a semplici delegati".

Sanders sarebbe stato un miglior candidato contro Trump?

"No, anche perché non è mai stato un vero bersaglio di critiche. I super Pac di Hillary lo hanno ignorato: non volevano sprecare soldi e non hanno mai organizzato campagne per mettere a nudo le sue debolezze. Se avesse vinto, i repubblicani lo avrebbero travolto con una valanga di spot che avrebbero cambiato la considerazione di cui gode sensibilmente e rapidamente".

Cosa deve fare Hillary per battere Donald?

"Dimostrare di essere adulta e mettere in chiaro che non si può dare il potere, compreso quello di azionare ordigni nucleari, a uno come Trump. In ogni caso la Clinton vincerà perché la corsa verso i 270 delegati per il tycoon sarà durissima: dovrebbe fare molto meglio di Mitt Romney tra gli ispanici e le donne e tutti i sondaggi indicano il contrario".

Il candidato repubblicano riesce a piacere più della sua rivale. I dibattiti televisivi potrebbero avvantaggiarlo?

"Al contrario, rischia solamente di inciampare in qualche gaffe. Trump ha molto più da perdere di Hillary andando in tv. Anche se le sfide a favore di telecamera, quando si parla di voti, in realtà spostano poco".

Ma Trump assomiglia davvero a Berlusconi?

«È sicuramente molto meno ricco. È anche meno facoltoso di quanto dice: per questo nono vuole pubblicare le dichiarazioni dei redditi. L’unica somiglianza è il fascino esercitato su una parte dell’elettorato, che è attratta da chi ignora gli standard».