Mercoledì 17 Aprile 2024

Elezioni Ucraina, chi è Vladimir Zelensky. Un comico presidente

L'attore televisivo straccia Poroshenko. Con il 90% delle schede scrutinate è avanti con il 73% dei favori. Il Cremlino: "Rispettiamo la scelta del popolo ucraino"

Il comico televisivo Volodymyr Zelensky alla presidenza dell'Ucraina (Ansa)

Il comico televisivo Volodymyr Zelensky alla presidenza dell'Ucraina (Ansa)

Roma, 22 aprile 2019 - Poco prima delle 21 di ieri Petro Poroshenko ammette: Vladimir Zelensky ha vinto le elezioni politiche in Ucraina, sarà lui la nuova guida del Paese. I risultati non sono ancora definitivi. Ma con oltre il 95% delle schede scrutinate Zelensky è avanti con il 73,17% dei consensi rispetto al 24,49% raccolto dal presidente uscente Poroshenko - confermando sostanzialmente quanto previsto dagli exit-poll.  "Abbiamo raggiunto questo traguardo insieme", dice Zelensky ai sostenitori, prima di rivolgersi ai cittadini degli altri Paesi dell'ex Unione Sovietica: "Guardateci, tutto è possibile!".

IL COMICO AL POTERE - L'Ucraina si affida così a un comico che ha sempre tenuto a sottolineare l'assoluta inesperienza in politica e che ha affidato al suo personaggio televisivo, il professore Vasyl Petrovych Holoborodko, la critica alla corruzione. "Sono solo una persona semplice, venuta a rompere questo sistema". A parole anti-establishment, Zelensky viene accusato da i suoi detrattori (in primis Poroshenko ) di esser filorusso, o al massimo incapace di tener testa a Putin, che sarebbe pronto a farne il suo burattino. 

Secondo qualcuno invece sarebbe nelle mani dell'oligarca fuggito a Tel Aviv, Igor Kolomoisky, la cui tv '1+1' ospita la serie 'Servo del popolo', che lo ha reso popolare in tutta l'Ucraina. 

L'attore-presidente è aiutato da consiglieri esperti - come l'ex ministro dell'Economia, Aivaras Abromavicius, e l'ex ministro delle Finanze, Aleksandr Danylyuk - e il suo staff ha garantito agli investitori che arà in grado di mantenere gli impegni previsti dal programma di aiuti finanziari del Fondo monetario internazionale (Fmi), da cui dipende l'Ucraina.

IL PROGRAMMA DI ZELENSKY - Dopo una pesante recessione, le riforme con Poroshenko sono rimaste al palo. Ora la nuova presidenza e il suo entourage promette di portare a termine l'opera per sbloccare i prestiti Fmi e smuovere i capitali dall'estero.  Abromavicius in campagna elettorale ha assicurato la riforma anti-corruzione, l'adozione del pareggio di bilancio e la riorganizzazione del servizio fiscale statale. Non è chiara invece la posizione in merito alla richiesta di un aumento dei prezzi del gas, manovra che risulterebbe assai impopolare. Zelensky ha proposto un'amnistia sui capitali non dichiarati, che verrebbero sanati pagando una tassa del 5%; ha poi garantito l'indipendenza della Banca centrale.

Il neo presidente in pectore promette poi un referendum su ogni grande questione, compreso l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, scenario da sempre inviso al Cremlino. Quanto alla guerra in Donbass contro le milizie filo russe, si dice intenzionato a invitare Stati Uniti e Gran Bretagna ai negoziati di pace, a cui già siedono Francia, Germania e Russia.

CREMLINO - La Russia giudicherà Zelensky "dalle sue azioni". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov sottolineando che Mosca "rispetta la scelta degli ucraini, tanto più che questa scelta è molto chiara". Ma, chiarisce Peskov alla Tass, "la legittimità di queste elezioni in generale è stata messa in discussione quando a tre milioni di cittadini ucraini che vivono in Russia è stato negato il diritto di voto".  Il Cremlino quindi fa sapere che è "troppo presto" per dire se la Russia potrà cooperare con Zelensky.