Giovedì 18 Aprile 2024

Elezioni in Russia, Putin non ha rivali. E butta fuori 23 diplomatici inglesi

Attacco al nervino, bloccata anche l’apertura del consolato britannico

 Vladimir Putin al voto (Ansa)

Vladimir Putin al voto (Ansa)

Roma, 18 marzo 2018 - Nella sterminata Russia, ben undici fusi orari, le urne per le elezioni presidenziali si sono aperte ieri sera in Kamchatka, nell’estremo est siberiano, e si chiuderanno solo oggi alle 19 ora italiana nell’enclave di Kaliningrad. Ci sono 110 milioni e 846 mila elettori e un vincitore designato: Vladimir Vladimirovich Putin. Lo zar – al potere dal 21 dicembre 1999, prima come presidente di fatto dopo le dimissioni di Eltsin, poi per due volte capo dello Stato, quindi primo ministro e poi ancora presidente – non ha veri avversari. I sette sfidanti sono infatti improbabili e strumentali a garantire una parvenza di democrazia e l’unico vero oppositore che – pur con ogni probabilità votato alla sconfitta – avrebbe potuto metterlo in difficoltà, l’avvocato difensore dei diritti umani e blogger Alexey Navalny, ha visto la sua candidatura bocciata dalla Commissione elettorale in virtù di una (discutibile) condanna a 5 anni per corruzione che lui ha denunciato come basata su prove false, dopo un processo che per la Corte Europea per i diritti dell’uomo non ha garantito il suo diritto alla difesa. 

Secondo l’istituto di sondaggi Vtsiom (vicino al governo) Putin dovrebbe avere – rilevazione del 9 marzo – il 69% delle preferenze, il miliardario comunista (e fino al 2010 aderente a Russia Unita, il partito di Putin) Pavel Grudinin il 7%, l’ultranazionalista Zhirinovsky il 5%, Ksenia Sobciak, la ‘Paris Hilton russa’ e sedicente liberal (ma figlia del sindaco di San Pietroburgo, che fu mentore di Putin) il 2% e Yavlinsky, l’inossidabile fondatore del partito liberale Yabloko, l’1%. Gli altri candidati, spiccioli.  La Russia va alle elezioni nel quarto anniversario dell’annessione della Crimea, in un contesto di crescenti tensioni tra Londra e Mosca dopo il caso dell’ex spia Sergei Skripal contaminata in Gran Bretagna con gas nervino. Theresa May ha espulso nei giorni scorsi 23 diplomatici russi, il Cremlino ha risposto ieri: espulsione di 23 diplomatici britannici, revoca del consenso all’apertura del consolato britannico a San Pietroburgo e lo stop alle attività del British Council, accusato di offre copertura ad agenti dell’intelligence di Sua Maestà. Il caso Skripal è tutt’altro che finito e Theresa May concorderà ulteriori misure di risposta con i leader europei, ma fatalmente la vicenda farà il gioco di Putin, che è popolarissimo tra i suoi connazionali per aver riportato la Russia (quasi) al ruolo di superpotenza.

Elezioni Russia, Putin verso la rielezione. Incognita astensionismo

Il punto chiave di queste elezioni sarà l’astensionismo. A dicembre il Levada Centre (che non può più fare sondaggi in quanto "finanziato da stranieri") stimava l’affluenza attorno al 52-54% con solo il 40% nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, mentre i filogovernativi del Vtsiom a febbraio prevedevano un trionfale 81,7%. Nelle presidenziali 2012 fu del 65%, alle politiche del 2016 solo del 48%. Se dovesse essere attorno al 52-54%, sarebbe un’astensione anche di protesta e Putin, pur vittorioso, avrebbe un problema.