New York, 5 novembre 2023 – A un anno esatto dalle 60esime presidenziali negli Stati Uniti, la sfida che si prospetta è quella tra Joe Biden e il suo predecessore, Donald Trump. I due risultano molto vicini secondo le rilevazioni più recenti e addirittura per l'ultimissimo sondaggio New York Times/Siena College Biden è dietro a Trump in 5 dei 6 più importanti cosiddetti "swing States", gli stati cioè che oscillano costantemente tra la maggioranza democratica e repubblicana e che, di fatto, decidono chi vince e chi perde. Uno sguardo un po' più approfondito rivela, in buona sostanza, che quella coalizione multirazziale e multigenerazionale che ha sostenuto Biden nel 2020 si sta lentamente sfaldando.

La battaglia negli Swing States
Nello specifico, in in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania il tycoon ha una forbice di vantaggio fra i 3 e i 10 punti, mentre in Wisconsin l'attuale inquilino della Casa Bianca è sopra di appena 2 punti. Nel 2020, conquistando tutti e sei questi "battleground States", Biden aveva vinto con il 51, 3% di voti sull'avversario repubblicano, fermatosi al 46, 8%, mentre ora, in media, raccoglie il 44% di consensi a fronte del 48% di Trump. Tre anni fa a premiare l'ex vice di Barack Obama erano stati i toni fermi e moderati delle proposte politiche, la simpatica personalità e l'attitudine tendenzialmente più rassicurante rispetto alla spregiudicatezza trumpiana. Tutto ciò, però, non basta più.
Biden troppo anziano?
Le analisi degli esperti statunitensi dicono che il problema non è più Trump in sé, la cui attuale impopolarità è uguale se non maggiore a quella del 2020 – dall'assalto di Capitol Hill e la procedura per impeachment allo scandalo dei documenti a Mar a Lago e della pornostar Stormy Daniels, sul tycoon pendono in totale sette capi d'accusa federali. A cambiare piuttosto radicalmente è stata la percezione dei cittadini su Biden, che compirà 81 anni il prossimo 20 novembre. Secondo il sondaggio, infatti, oltre il 70% degli elettori registrati nei 6 stati concorda con l’affermazione che l'attuale presidente è “semplicemente troppo vecchio per essere efficace”, rispetto al 30% registrato prima delle scorse elezioni. A preoccupare ulteriormente anche la gestione economica attuata dalla sua amministrazione.
Tendenze di voto
Da convincere sono in primis i giovani under 30. Anche se storicamente questi hanno sempre propeso verso i Democratici, nelle ultime tornate elettorali il margine con i Repubblicani si è assottigliato e, al momento, il vantaggio di Biden su Trump è di appena un punto percentuale. Discorso simile per le categorie di elettori neri, che nei 6 swing states registrano un 22% di preferenza per Trump, un dato senza precedenti, e per gli ispanici. In quest'ultimo caso, il vantaggio del candidato democratico è a una sola cifra, poco rassicurante.
La questione economica
Il nodo fondamentale su cui si giocherà la partita è senza dubbio la situazione economica degli Usa. A tantissimi non stanno piacendo le politiche attuate dall'amministrazione Biden: elettori appartenenti a tutte le fasce di reddito hanno ritenuto di essere stati personalmente danneggiati dalle scelte prese in questi tre anni. Rispetto al 2020, il doppio delle persone ha dichiarato che le proposte economiche determineranno il loro voto a fronte delle questioni sociali come l'aborto o le armi. C'è ancora un anno di tempo per ribaltare la situazione e molto dipenderà dalla direzione che prenderanno le campagne elettorali. Un'alta polarizzazione del dibattito, che annulla le sfumature e ricompatta l'elettorato, potrebbe anche giocare a favore dell'attuale presidente.