Elezioni in Gran Bretagna, trionfo a valanga per i Tory. Brexit vicina

I conservatori hanno più 365 seggi su 650, possono governare senza alleanze. Tracollo di Corbyn. Johnson: "Usciremo dall'Ue il 31 gennaio". Sturgeon: "Ora libertà alla Scozia"

Boris Johnson e Carrie Symonds davanti al 10 di Downing Street (Ansa)

Boris Johnson e Carrie Symonds davanti al 10 di Downing Street (Ansa)

Londra, 13 dicembre 2019 - Boris Johnson trionfa, i suoi Tory dominano le elezioni britanniche. I conservatori si aggiudicano la maggioranza assoluta con 365 seggi. "Abbiamo provocato un terremoto", commenta il premier, sottolineando come ci sarà la Brexit "entro il 31 gennaio". A consegnare a BoJo lo scettro formale dell'incarico ha provveduto oggi la regina Elisabetta II, al suo 14esimo primo ministro - in 93 anni di vita e 66 sul trono - da Winston Churchill in poi.  

Una vittoria schiacciante e, come ha voluto subito sottolineare Johnson, al suo seggio a Uxbridge -South Ruislip, appena riconquistato: "Sembra che ai tories sia stato assegnato un nuovo mandato elettorale molto forte per portare a termine la Brexit e unire questo Paese e portarlo avanti". Nel suo primo discorso il premier conservatore ha quindi confermato la sua volontà di "andare fino in fondo con la Brexit".  Johnson ha inoltre promesso l'assunzione di 6 mila medici per migliorare il Sistema sanitario nazionale. Già a Natale, secondo le prime ipotesi, si potrebbe votare alla Camera dei Comuni l'approvazione dell'accordo Brexit raggiunto da Johnson con Bruxelles.

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Una sconfitta umiliante invece per i laburisti, tanto che il leader, Jeremy Corbyn, ha annunciato che "non sarà alla guida del Partito alle prossime elezioni". In festa anche il Partito nazionale scozzese (Nsp). La premier Nicola Sturgeon, che ha 13 seggi in più, già rilancia un secondo referendum per l'indipendenza. Cedono i LibDem, e la leader Jo Swinson non è rieletta a Westminster. Crollo anche per il leader dei Dup, gli unionisti nordirlandesi, nel collegio di Belfast. 

Le reazioni, da Trump a Salvini

Espugnate le roccaforti laburiste. Donald Trump ha twittato: "Pare sia una grande vittoria per Boris". Il capo della Casa Bianca è da sempre grande sostenitore dell'ex sindaco di Londra. Il presidente Usa ha subito proposto: "Adesso Gran Bretagna e Usa sono libere di mettere a punto un grande nuovo accordo commerciale dopo la Brexit. Questo accordo ha il potenziale per essere il più redditizio di qualsiasi accordo mai siglato con l'Ue".

Matteo Salvini, attivissimo sui social, è tra i primi a twittare le sue congratulazioni: "Go Boris Go! Sinistra sconfitta anche in Gran Bretagna!". Il segretario del Pd Nicola Zingaretti definisce "fragile" la proposta messa in campo dai Labour, mentre Giuseppe Conte assicura che il governo sta tutelando i connazionali che vivono in Gb. Anche Angela Merkel dichiara che ci sarà una "stretta collaborazione" con BoJo. 

Theresa May è stata rieletta nel suo collegio di Maidenhead. L'ex premier ha detto di essere "molto compiaciuta" per la vittoria di Johnson. Secondo la May in queste elezioni "la gente aveva di fronte la scelta molto chiara se voleva o meno che la Brexit fosse portata a termine". 

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Johnson: "Avanti con la Brexit senza se senza ma"

"È la più grande vittoria dagli anni 80, quando molti di voi non erano neanche nati", ha ricordato Johnson parlando ai suoi a Londra. La Bbc: questo è il risultato migliore dei Tory dai tempi di Margaret Thatcher. Secondo indiscrezioni pubblicate da BuzzFeed, Johnson in una riunione con i conservatori avrebbe commentato il magnifico risultato dicendo: "Dobbiamo capire ora che terremoto abbiamo creato, il modo in cui abbiamo cambiato la mappa politica in questo Paese". BoJo ha continuato: "Dobbiamo affrontare le conseguenze di tutto questo. Dobbiamo cambiare il nostro partito. Dobbiamo essere all'altezza degli eventi, dobbiamo affrontare la sfida che il popolo britannico ci ha assegnato". 

"Andremo avanti con la Brexit senza se senza ma, usciremo il 31 gennaio uniti", il premier britannico Boris Johnson celebra il trionfo elettorale parlando ai suoi sostenitori nella City: "Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit". E invitando tutti a ripetere in coro lo slogan della sua campagna "Get Brexit done", aggiunge: "Metterò la parola fine a tutte le assurdità di questi tre anni e realizzerò la Brexit entro gennaio". Poi continua: "Queste elezioni hanno posto termine alla minaccia miserevole di un secondo referendum sulla Brexit". E conclude: "Lavorerò  24 ore al giorno per dimostrarvi che avete avuto ragione e per riguadagnarmi il vostro supporto".

Elezioni Gran Bretagna, il conto dei seggi

Il partito conservatore britannico si è assicurato la maggioranza nella Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico. Il numero d'oro - definitivo - è 365, 47 seggi in più dell'ultimo voto di due anni e mezzo fa, un successo di thatcheriana memoria, come sottolinea il premier. Notevole scarto di maggioranza: 80 seggi tondi tondi. Dall'altra parte, il Labour si ferma a 203 (59 in meno del 2017). Il Partito nazionale scozzese (Nsp) di Nicola Sturgeon conquista 48 seggi (+13), esulta e punta i piedi, chiede un secondo referendum sull'indipendenza. Peggio del previsto i LibDem, 11 seggi (-1) e l'addio della leader Jo Swinson, che non viene rieletta e si dimette, lasciando il posto a Ed Davey e Sal Brinton. Arretrano a 8 (-2) gli unionisti irlandesi del Dup e per la prima volta sono superati dai partiti nazionalisti anti-Brexit. I Verdi annunciano di aver aumentato il loro numero di voti del 60%, come nessun altro partito, sono più di 850.000, oltre 200 mila in più del Brexit Party.

Ironia della sorte, i primi sette seggi definitivi assegnati raccontano un mondo capovolto, rispetto agli exit poll: cinque ai Labour e due ai Tory. Prima breccia nel muro rosso del Nord dell'Inghilterra: passa al conservatore Iain Levy lo storico collegio minerario laburista di Blyth Valley, in mano alla sinistra dal 1950, ma pro Brexit e preso di mira apertamente da Boris Johnson e i conservatori conquistano anche Swindon North. Restano invece al Labour i collegi ugualmente rossi di Newcastle e di Sunderland, dove comunque i laburisti perdono un 12% di voti a vantaggio dei conservatori, il cui candidato è secondo a un'incollatura, e Brexit Party. 

Il partito laburista britannico si consola anche con Londra dove ha conquistato 49 su 73 seggi. Sia Boris Johnson che Jeremy Corbyn hanno vinto nelle loro circoscrizioni. I Tory perdono Putney ma guadagnano Kensington ottenendo in totale 21 seggi. Chuka Umunna, ex giovane promessa del Labour passato ai Lib Dem, è fuori. 

FOCUS / Gli scenari e quando si sapranno i risultati

Bruxelles, il voto il prima possibile

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha chiesto che il Parlamento britannico voti sull'accordo Brexit "il più presto possibile". Al Vertice di oggi "c'è un importante dibattito sul Regno Unito e sulla Brexit", ha spiegato Michel. "Voglio congratularmi con il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, per la sua vittoria. Ci aspettiamo il più presto possibile il voto del parlamento britannico sull'accordo di ritiro. E' importante avere chiarezza", ha detto Michel.

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Tracollo labour, processo a Corbyn

È già iniziato il processo a Jeremy Corbyn. La Bbc nota che si tratta del peggiore risultato per il partito dal 1935 e il politologo Michael Thrasher afferma che Corbyn sarà ricordato tra "i peggiori leader laburisti della storia". Corbyn ammette la sconfitta. "Si tratta ovviamente di una notte molto deludente per il Partito laburista" ha detto il leader del Labour, annnunciando "un processo di riflessione". Il leader dei laburisti lascia: "Non guiderò il partito in nessun'altra campagna per le elezioni generali". I laburisti hanno perso una sessantina di seggi rispetto alle elezioni di due anni fa.

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Sturgeon: "Ora libertà alla Scozia"

Nicola Sturgeon, leader degli indipendentisti dell'Snp, primo partito scozzese, sottolinea che la Brexit ha trionfato in Inghilterra, ma la Scozia "ha detto di nuovo no a Boris Johnson e alla Brexit". Dunque, dichiara, "desidero un futuro diverso da quello scelto dal resto del Regno Unito".  La leader indipendentista sottolinea: "Il nostro messaggio ha avuto un enorme successo", ed evoca il voto come "uno spartiacque" rilanciando la sfida "democratica" per un referendum bis sulla secessione. "Qui non si tratta di chiedere il permesso a Boris Johnson o a qualunque altro politico di Westminster - ha tuonato la first minister del governo locale di Edimburgo - si tratta dell'affermazione del diritto democratico del popolo della Scozia di determinare il suo futuro". Secondo Sturgeon, la richiesta dell'indipendenza è a questo punto l'unica soluzione. "In una Scozia indipendente - ha concluso - avremo la possibilità di votare sempre per un governo nostro. Avremo il pieno controllo dei poteri e delle leve necessarie a costruire un Paese più prospero e giusto. Potremo prendere il nostro posto da partner uguali fra i nostri amici nel Regno Unito e in Europa. Il popolo scozzese ha parlato, è tempo che decida il proprio futuro".