Giovedì 3 Ottobre 2024
Davide Nitrosi, inviato a Parigi
Esteri

Elezioni in Francia, Parigi attende i risultati. “In Italia avete scelto Meloni, perché Bardella no?”

Altissima l’asticella della partecipazione, non si vedeva dalla vittoria di Mitterrand nel 1981. Si profila coabitazione tra il leader di RN e Macron. Il timore che esplodano proteste e tensioni

Parigi, 30 giugno 2024 – Era dal 1981, quando venne eletto presidente della Repubblica il socialista Francois Mitterrand, un'elezione storica, che non si vedeva una simile corsa alle urne in Francia. I notiziari in tv ripetono con eccitazione questo parallelismo per sottolineare la valenza storica di questo voto. In realtà anche le urne chiuderanno stasera alle 20, ma a mezzogiorno l’asticella della partecipazione era già salita oltre i votanti delle Europee dell’8 e 9 giugno. Il 25,9 degli elettori francesi si è espressa nelle prime 4 ore di apertura dei seggi. Nelle precedenti legislative del 2022 la partecipazione alle 12 era stata il 18,43 % al primo turno. Segnale che i francesi sono consapevoli dell’importanza di questo voto.

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Jordan Bardella arriva al seggio
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A Parigi la percentuale dei votanti è addirittura raddoppiata rispetto alle precedenti legislative. Il tasso di affluenza supera persino quello del primo turno, alla stessa ora, nelle ultime elezioni legislative anticipate: era il 1997, Jacques Chirac aveva sciolto il parlamento. Vinse la sinistra, il socialista Lionel Jospin fu nominato primo ministro ed iniziò la coabitazione con l'Eliseo retto invece dal gollista Chirac.

Oggi la possibilità che si affaccia è ancor di più estrema. Si profila, in caso di vittoria di RN, una coabitazione tra Bardella (che i sondaggi danno vincente), erede di Le Pen, e Macron. Con mille incognite.

La tensione è alta, anche al primo turno, benché il sistema elettorale francese consegni le chiavi della soluzione al secondo turno, con le triangolazioni, gli accordi fra chi ha superato la soglia del 12,5%. E d’altronde basta parlare con la gente che si incontra per capire che nessuno vuole mancare a questo appuntamento.

“Andrò a votare stasera, nel mio quartiere a Nord di Parigi, e voterò Mélenchon. Il mio quartiere è comunista” dice il tassista di origine algerina. “Bardella, è l’uomo giusto, voi in Italia avete scelto Meloni, perché Bardella no? Ma che differenze ci sono con la vostra premier?", rilancia una barista vicino all’Arc de Triomphe.

Saggio delle diverse anime di questa Francia estremamente divisa. “Bardella è cresciuto perché in tv si parlava solo di lui, è una creatura dei media. Lui è abile con Tik Tok, ha 28 anni, è il volto pulito del vecchio Fronte popolare. Se i media non lo avessero lanciato così, oggi non saremmo a questo punto. In Belgio, tre ore di auto da Parigi, l'estrema destra non ha diritto di parola in tv”, protesta all'uscita di un seggio in Avenue Amelot Julie, 45 anni, insegnante. Ha appena votato. Vicino a lei un’amica, sostiene il partito di sinistra Place Publique.

“Stasera ci troveremo in un bar ad attendere l’esito del voto. Ma da domani ripartiamo con il volantinaggio". Il timore è che dopo la giornata elettorale, che tutto sommato si sta svolgendo regolarmente, possano esplodere proteste e tensioni.

A Parigi, ma anche in altre città, molti commercianti hanno blindato i negozi, con pannelli di legno a protezione delle vetrine. "Siamo preoccupati", ha ammesso il presidente della Federazione delle associazioni dei commercianti e degli artigiani parigini (Facap), Thierry Véron, parlando a Le Figaro.

La partita, pensano tutti, è aperta. Anche se la polarizzazione di questo voto fa pensare che stavolta sarà difficile al secondo turno formare quel patto repubblicano che ha tenuto finora fuori dalle leve di comando l’estrema destra. Difficile perché soprattutto Mélenchon, la sua France Insoumise, costola del Nuovo fronte popolare, non accetta compromessi con i centristi marconiani, sia ideologicamente sia nei contenuti. Ad esempio in una Francia che deve fare i conti con la riduzione del deficit (come chiede la Ue), France Insoumise vorrebbe allargare ancor di più la flessibilità e il rapporto fra deficit e pil per abbassare l'età pensionabile e aumentare i salari.

La spaccatura sembra insanabile, almeno sulla carta. E anche all’interno del Fronte popolare, le divisioni sono nette. L’unico accordo è il no a Bardella e Le Pen.

"Glucksmann non è un camarade, non è un compagno”, grida un gruppo di giovani sostenitori di Mélenchon. Eppure sono nello stesso cartello elettorale. Raphael Glucksmann, parlamentare socialista, ha creato Place publique legata al partito socialista francese. Antirusso, europeista, è lontano dalle idee della sinistra estrema. In teoria da lunedì persone come lui potrebbero cercare un accordo per il secondo

turno con Macron. Ma per ora sono solo parole dei commentatori tv. "Il salto nel vuoto", titola in prima pagina La Tribune Dimache. E all'interno dettaglia "gli scenari del caos", giusto per avere idea di come la stanno prendendo oltralpe. E Philippe de Villiers, oggi ultraconservatore, un tempo centrista, ex prefetto, una lunga carriera politica, mette in guardia Macron: "Dovrà rispettare il verdetto delle urne", adombrando addirittura la possibilità di un colpo di Stato. Parole che rendono l'idea di quanto sia divisivo, teso e per questo storico il voto francese. Per questo Le Monde insiste il suo appello di fare "barrage", barriera, contro RN. Ma lo chiede ai macroniani. "La scelta è nelle mani di Macron", scrive le Monde. L'attesa per il risultato è sempre più spasmodica.