Per approfondire:
La scena, totalmente surreale, si svolge a Bruxelles in una sala del Consiglio d’Europa. È giovedì 17 febbraio, cinquanta capi di Stato e di governo africani sono attesi per il vertice bilaterale Ue-Africa che discuterà della situazione economica e politica dei loro Paesi. Ad accoglierli a turno per le foto rituali ci sono la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ed il francese Emmanuel Macron, per 6 mesi presidente di turno dell’Unione. Tutto va liscio fino all’arrivo del generale Haji Abubaker Jeje Odongo, 70 anni, ministro degli Esteri dell’Uganda. Abito blu e sciarpa gialla al collo, Jeje non fa una piega: passa con aria baldanzosa davanti alla von der Leyen, la ignora come se fosse trasparente o inesistente e va a stringere calorosamente la mano di Charles Michel e di Macron. Gelo, imbarazzo. Ursula guarda i tre uomini con un sorrisetto di stupore e disappunto. Il belga Michel non reagisce perché (forse) non ha capito la situazione. Macron invece è sulle spine, allunga il collo tentando una mimica esplicativa mentre scattano i flash dei fotografi, gesticola disperatamente e alla fine, quando il generale ugandese fa l’atto di andarsene, lo trattiene indicandogli con la destra la presenza della povera Ursula in disparte. Il finale è un capolavoro: Jeje ha capito di aver commesso una gaffe ma non vuole ammetterlo, che sarà mai, non può certo umiliarsi per una svista così insignificante… dunque si avvicina alla von der Leyen che lo sta osservando con invidiabile aplomb, fa un buffo inchino tenendo le mani incrociate sul davanti come per proteggersi da qualche brutto colpo, bofonchia poche parole che nessuno sente e quatto quatto se ne va. Senza scusarsi, senza stringerle la mano come sarebbe stato logico visto che con gli altri due lo aveva fatto. ...
© Riproduzione riservata