La guerra dei droni, stock russo agli sgoccioli? I timori sulle mosse della Cina

Secondo l'intelligence britannica, il rallentamento del ritmo degli attacchi russi indica che Mosca sta finendo gli Shahed. Gli Stati Uniti temono l'arrivo dei droni cinesi con tecnologie più sofisticate

Kiev, 1 marzo 2023 - La guerra dei cieli finora aveva visto dominare la Russia, ma dopo un anno di bombardamenti e distruzione l'Ucraina sembra aver recuperato almeno parte del suo svantaggio. Gli attacchi russi con droni ultimamente sono sempre meno, mentre i raid di Kiev - anche se il governo ucraino non se ne assume la responsabilità ufficialmente - si moltiplicano. L'intelligence britannica afferma che la diminuzione del ritmo degli attacchi di Mosca probabilmente indica che la Russia ha esaurito il suo stock e cercherà di rifornirsi. Ragion per cui Washington è particolarmente preoccupata che possa essere proprio la Cina a dare una mano al Cremlino. 

Drone sopra la capitale ucraina, Kiev (Ansa)
Drone sopra la capitale ucraina, Kiev (Ansa)

Il rapporto quotidiano dell'intelligence del Regno Unito sostiene che le forze russe, considerando la situazione, abbiano cambiato strategia e cerchino ora di utilizzare "un asse diverso" per eseguire gli attacchi con droni, a partire da punti più vicini alla capitale ucraina, Kiev. "Il 27 febbraio - si legge - il ministero della Difesa ucraino ha confermato di aver abbattuto 11 Uav Owa Shahed sui 14 lanciati durante la notte. Serhii Popko, a capo dell'amministrazione militare di Kiev, ha riferito che nove di questi sono stati abbattuti nei pressi dello spazio aereo della capitale. Altri tre sono stati colpiti nell'Oblast settentrionale di Chernhiv. Prima di questo attacco del 26 febbraio, non ci sono state segnalazioni dell'utilizzo di Uav Owa in Ucraina dal 15 febbraio circa", spiegano gli agenti. Dal vettore dell'attacco, prosegue il report, risulta che "questi Shahed-Uav sono stati molto probabilmente lanciati dall'oblast di Bryansk, in Russia. In precedenza, l'unico sito di lancio osservato da metà dicembre 2022 proveniva dalla regione di Krasnodar, attraverso il Mar d'Azov. Un secondo sito di lancio darebbe ai russi un diverso asse di attacco, più vicino a Kiev. È probabile che ciò riduca il tempo di volo sopra l'Ucraina".

E mentre i droni Shahed di fabbricazione iraniana, a quanto pare, sono in via di esaurimento, gli Stati Uniti notano come un altro alleato della Russia ne abbia ancora in abbondanza, anche di alta qualità. Parliamo ovviamente della Cina, che ha a sua disposizione tecnologie e risorse sofisticate da fornire eventualmente alle forze russe. Il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price ha avvertito che le conseguenze del coinvolgimento di Pechino potrebbero essere "potenzialmente terribili e tragiche". Washington, infatti, ha lanciato un messaggio chiaro a Xi Jinping: un'eventuale comparsa dei droni cinesi nei cieli ucraini sarà seguita da sanzioni durissime. "Alla fine, Pechino dovrà prendere la propria decisione sovrana. Il nostro obiettivo è fare in modo che la Cina prenda decisioni informate... ci sarebbero costi e ci sarebbero conseguenze se la Repubblica popolare cinese dovesse seguire questa strada", ha aggiunto Price.

Tuttavia, nonostante l'allerta cresca di giorno in giorno, il capo dell'intelligence ucraina Kyrylo Budanov non crede che la Cina stia valutando questa possibilità. "Al momento non credo che la Cina accetterà il trasferimento di armi alla Russia. Non vedo alcun segno che si stia discutendo di queste cose", ha affermato. Alla domanda specifica sulla valutazione degli Stati Uniti, Budanov ha però dichiarato: "Sono il capo dell'intelligence e mi affido, con tutto il rispetto, non alle opinioni delle singole persone, ma solo ai fatti. E non vedo tali fatti".

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