Draghi da Biden: i nodi della missione e i segnali di Putin (cravatta compresa)

Oggi l'incontro tra il premier e il presidente degli Usa. Macron: "Il traguardo non si ottiene umiliando la Russia"

Joe Biden e Mario Draghi (Ansa)

Joe Biden e Mario Draghi (Ansa)

Chissà che quel tocco di italianità non fosse casuale. Ieri mattina sulla piazza Rossa Vladimir Putin indossava una cravatta di Marinella. Un omaggio di Berlusconi, che di quelle cravatte ne ha uno stock. E le regala. Farà la storia in questo drammatico momento? Il presidente russo sa che oggi il premier italiano Mario Draghi sarà a Washington. Sa che il suo allineamento sull’Ucraina è "perfetto" (Draghi) nella cornice europea, non altrettanto in una transatlantica. Sa che al parlamento italiano c’è un robusto fronte riluttante a gettare benzina sul fuoco, vale a dire a dare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky "altre armi in grado di colpire il territorio russo" (Luigi Di Maio). Sa infine che in Italia (e in Europa) al di là della condanna dell’aggressione e della solidarietà umana, sociale, politica nessuno vorrebbe morire per Kiev, come 83 anni fa nessuno avrebbe voluto morire per Danzica. E invece in Europa morirono in 63 milioni.

Vertice Draghi-Biden alla Casa Bianca

L'esercito russo assalta l'acciaieria Azovstal. "Resistono"

Putin sa tutto questo. Sfrutta la coincidenza di calendario: l’anniversario della grande "guerra patriottica", e il colloquio (oggi) di Draghi con il presidente americano Joe Biden. E invia alcuni segnali. Non per quello che ha detto, ma per quello che non ha detto. Draghi ne farà materia di discussione con Biden nel pomeriggio di oggi (sera in Italia). Ed è presumibile che richiami la sua attenzione sulla mancata escalation verbale. Putin non ha ripetuto le minacce alla Nato per le quotidiane forniture di armamenti sofisticati alla resistenza ucraina.

Omissione voluta? Putin non aveva bisogno di parlarne. Per lui il giorno prima l’aveva fatto Thomas Friedman sul New York Times . E Draghi certamente l’ha notato, anche in considerazione del fatto che il giornale è filodemocratico e due anni fa appoggiò l’elezione di Joe Biden. Questo il titolo del commento di Friedman: "La guerra sta diventando più pericolosa per l’America e Biden lo sa". Ecco un passaggio: "...Non siamo più in una guerra indiretta con la Russia ma ci avviamo verso una guerra diretta e nessuno ha preparato il popolo americano o il Congresso a una eventualità del genere...". Ed ecco la conclusione: "...Vantarsi di avere ucciso i suoi generali, affondare le sue navi, innamorarsi dell’Ucraina in una misura che ci coinvolgerà per sempre è il massimo della follia...".

Quale è lo scenario da scongiurare? Che prima o poi Putin si comporti come gli americani durante la guerra in Vietnam, quando bombardarono i santuari nemici in Laos e Cambogia. Oggi i santuari Nato sono in Polonia. E se accadesse, sarebbe un punto di non ritorno verso un conflitto generalizzato. In prospettiva nucleare. D’altra parte il personaggio è con le spalle al muro. Tutto questo è ben presente a Draghi. E certamente ne parlerà a Biden, la cui escalation retorica non si placa e accompagna l’enorme quantità di armamenti avviati verso l’Ucraina. Il premier italiano si potrà riferire anche ai crescenti timori di Germania e Francia. Ha detto il cancelliere tedesco Scholz: "Priorità è evitare un confronto della Nato con la Russia". Ha detto il presidente francese Macron: "Niente revanscismi, nessuna esclusione reciproca, nessuna umiliazione della Russia... Spetta solo all’Ucraina definire le condizioni per negoziare con la Russia".

Putin dunque dovrebbe sospendere l’aggressione e Zelensky dovrebbe accettare concessioni territoriali. Ma a nome dei falchi Biden e Johnson, il segretario generale della Nato Stoltenberg nega ogni riconoscimento di eventuali occupazioni di regioni ucraine. Putin dovrebbe tornare alle frontiere di prima dell’invasione. Irrealistico. Macron se ne rende conto. Dice: siamo al fianco dell’aggredito, ma lavoriamo per "portare attorno a un tavolo Ucraina e Russia, arrivare a un cessate il fuoco e costruire la pace".

Il premier Draghi oggi si muoverà lungo una linea mediatoria. Probabilmente andrà a spiegare al presidente degli Stati Uniti che gli europei fanno fatica a seguirne una condotta che lo stesso New York Times giudica "folle". Ma con Biden "parlerà anche di come continuare a imporre sanzioni su Putin e la Russia e di come continuare ad aiutare gli ucraini". Almeno secondo quanto ha detto, ieri sera, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, in un briefing con la stampa. I due leader "parleranno anche della cooperazione bilaterale in vari ambiti", ha ribadito.

(cesaredecarlo@cs.com)