Venerdì 20 Giugno 2025
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Divorzio alla Casa Bianca

Trump rifiuta la telefonata con Musk "È un poveraccio, non parlo con lui" .

Trump rifiuta la telefonata con Musk "È un poveraccio, non parlo con lui" .

Trump rifiuta la telefonata con Musk "È un poveraccio, non parlo con lui" .

di Giampaolo PioliNEW YORKSono arrivati agli insulti, alle accuse di tradimento e persino ai sospetti legali. L’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, e quello che si considera l’uomo più potente, Donald Trump, tengono col fiato sospeso governi, mercati, satelliti e guerre. Ma ora anche alleati e rivali – europei, russi, cinesi e giapponesi – cominciano a notare le crepe di un comando globale divenuto imprevedibile. Tra i due è finita, e nel peggiore dei modi. Dopo che per ore si era vociferato di una possibile telefonata per ricucire, è stato lo stesso presidente americano a chiudere ogni spiraglio: "Non voglio sentirlo. Non ci penso proprio. È un poveraccio, ha dei problemi, è completamente impazzito", ha dichiarato in una serie di interviste a Abc, Cnn e Cbs, ribadendo che oggi è "totalmente concentrato sulla politica". "Ecco perché ho i miei numeri più alti nei sondaggi. Il Paese va alla grande", ha aggiunto, rilanciando i propri successi su Truth Social per tutta la mattina.

Musk, più misurato, ha commentato solo di non aver mai attaccato personalmente il presidente. Ma intanto i mercati reagivano con brutalità: in sole 24 ore, Musk ha perso 33 miliardi di dollari di patrimonio netto, con le azioni Tesla in caduta libera. Il divorzio è costato caro.

Il casus belli? Il "Big Beautiful Bill", la legge di spesa dei repubblicani che Musk ha criticato duramente. Trump ha rivelato che Musk "conosceva tutti i dettagli" del testo, accusa che il patron di Tesla ha respinto con forza su X: "Falso, è stata approvata nel cuore della notte, senza che quasi nessuno l’avesse letta". Ma a infiammare davvero la crisi è stata la fine dei contratti federali e la svolta della Casa Bianca contro le auto elettriche, che ha colpito direttamente l’impero industriale di Musk.

Le accuse si sono fatte sempre più velenose. Dal fronte trumpiano sono arrivate insinuazioni sull’uso di droghe da parte del miliardario, rilanciate con dettagli dal New York Times. Musk ha risposto sganciando una bomba: l’allusione al coinvolgimento di Trump nei file di Jeffrey Epstein, su cui i democratici alla Camera hanno ora chiesto un’indagine formale al Dipartimento di Giustizia e all’Fbi. E c’è di più. Musk, che da mesi operava dentro il governo grazie al mandato illimitato ricevuto per "tagliare la spesa pubblica" e piazzava uomini in ogni dipartimento, avrebbe avuto accesso a informazioni top secret, un tema sensibile che ora solleva interrogativi su sicurezza e controllo.

La frattura ha anche effetti politici: mentre Trump si prepara al vertice con Xi Jinping, Musk lancia un sondaggio su X per la creazione di un terzo partito. E in serata scrive sul social: "Il popolo ha parlato. In America serve un nuovo partito politico che rappresenti l’80% della popolazione! E esattamente l’80% delle persone è d’accordo". Il sondaggio sarebbe stato votato da 6 milioni di persone. Il miliardario suggerisce anche il nome del nuovo partito: "The America Party", chiuso in 24 ore con quasi 6 milioni di voti e l’84% a favore. Un segnale chiaro: l’uomo che ha fatto vincere Trump, come lui stesso rivendica, ora potrebbe fargli perdere tutto. E pensare che Musk – il suo "primo amico" nei giorni dorati – era vicino a stabilirsi alla Casa Bianca, con un ufficio a Mar-a-Lago e la promessa di far risparmiare al governo 3 trilioni di dollari. Adesso anche la Tesla rossa di Trump, simbolo di quella luna di miele, è stata dismessa come un vecchio souvenir. Il leader repubblicano alla Camera, Mike Johnson, ha avvertito Musk: "Non minacciare mai il presidente. Trump è la figura politica più influente della nostra era".