Martedì 23 Aprile 2024

Disney, i repubblicani e la guerra al colosso in Florida per le posizioni pro Lgbt

Il governatore non ha digerito l'opposizione alla legge che vieta l'insegnamento dell'identità sessuale fino alla terza elementare

Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida

Ron DeSantis, governatore repubblicano della Florida

Roma, 22 aprile 2022 - Disney, in  America i repubblicani le fanno guerra. Il governatore della Florida, Ron DeSantis - possibile candidato alla Casa Bianca nel 2024 - ha annullato lo statuto di autogoverno di cui gode il colosso nel suo parco divertimenti di Orlando: è l’ultimo capitolo di una guerra culturale che va avanti da settimane e che sta scuotendo gli Stati Uniti.

A opporre l’esponente repubblicano e l’azienda una controversa legge sull’istruzione votata in Florida. Nello Stato è stata infatti approvata una legge che vieta l’insegnamento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere nelle scuole elementari.

La legge sul gender

La legge, soprannominata “Don’t Say Gay” dai suoi critici, fa parte di una battaglia culturale condotta dal Partito Repubblicano, a pochi mesi dalle elezioni di medio termine che si terranno a novembre. La Disney prima ha rifiutato di commentare la legge (per non avere problemi con il governo di uno Stato in cui impiega circa 75mila persone). Ma le critiche diffuse a questo silenzio sulla questione hanno spinto il direttore esecutivo Bob Chapek a condannarla e sospendere le donazioni nello Stato. Adesso la decisione del governatore. Del resto DeSantis di recente lo aveva detto: “Se la Disney vuole combattere, ha scelto la persona sbagliata”. 

Il distretto speciale

Il distretto speciale era nato nel 1967 in base a un accordo tra la Walt Disney e lo stato della Florida. Fino ad ora nel Reedy Creek Improvement District il colosso Disney ha potuto anche riscuotere tasse e godere di esenzioni fiscali. Insomma, una vera e propria forma di auto-governo.