Il direttore d'orchestra di Kherson rifiuta di suonare per i russi: ucciso

Yuriy Kerpatenko, il direttore della Filarmonica di Kherson, secondo quanto rifrisce Kiev è stato ucciso in casa sua per aver detto no agli occupanti

Yuriy Kerpatenko, direttore della Filarmonica di Kherson

Yuriy Kerpatenko, direttore della Filarmonica di Kherson

Kiev, 15 ottobre 2022 - Yuriy Kerpatenko per gli ucraini è un eroe: il direttore della Filarmonica di Kherson si è rifiutato di suonare per l'esercito russo, e per questo è stato ucciso in casa sua. La notizia è stata postata dal Ministero della Cultura ucraino su Facebook, e rilanciata dai giornali. Mosca non ha ancora commentato. 

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Kerpatenko, sempre fedele al suo Paese, a maggio aveva criticato duramente in un post la nomina di una guardia di sicurezza a direttore del teatro di Kherson: "Valery Sheludko ha deciso di lavorare con gli Orchi come regista teatrale. Questo spiega molte cose".  

Gli ufficiali del Cremlino, forse per tirare su il morale alle truppe, volevano organizzare un concerto per Giornata Internazionale della Musica del 1 ottobre. Ma alla richiesta il coraggioso direttore si è opposto agli 'Orchi' e ha detto no. "Il 14 ottobre si è saputo del brutale omicidio del direttore del Kherson Music and Drama Theatre. Dopo che Kerpatenko si è rifiutato di collaborare con gli occupanti, l'esercito russo lo ha ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua stessa casa", ha scritto oggi il ministero ucraino sui social. Il direttore d'orchestra inoltre non accettava di lasciare la sua casa agli invasori, costretto come altri civili ad evacuare la città. 

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La ritirata dei russi da Kherson infatti non sarà indolore per i civili, e l'episodio dell'uccisione di Kerpatenko dà l'idea della tensione alle stelle tra i soldati di Mosca. Infatti per qualcuno sta diventando una "deportazione", ha testimoniato un membro ucraino del consiglio regionale di Kherson. I russi stanno mandando al sicuro in territori occupati, o in Russia, i collaborazionisti, mentre gli altri residenti ucraini sono spinti ad abbandonare le abitazioni per dirigersi verso le zone controllate da Kiev.