Dieselgate, fermato l'ad di Audi Rupert Stadler

"Rischio di occultamento delle prove". Per lo scandalo sulle emissioni il gruppo automobilistico è sotto indagine dal 2015

L'ad di Audi Rupert Stadler (ImagoE)

L'ad di Audi Rupert Stadler (ImagoE)

Berlino, 18 giugno 2018 - L'amministratore delegato di Audi, Rupert Stadler, è stato fermato dalla polizia nell'ambito dell'inchiesta sul 'dieselgate', lo scandalo sulla falsificazione delle emissioni di vetture munite di motore diesel. La procura tedesca, che a fine maggio ha messo sotto indagine lo stesso Stadler e un altro membro del cda per presunta "frode", e ha giustificato il fermo parlando di "rischio di occultamento di prove".

Stadler è il ceo di Audi dal 2007 e nel 2010 è entrato a far parte del cda di VW, di cui il marchio Audi fa parte. E' il settimo top manager del gruppo ad essere stato arrestato da quando è scoppiato il Dieselgate, 3 anni fa. VW non si è limitata a difenderlo ma l'anno scorso ha esteso di altri 5 anni il suo contratto e ha ampliato le sue responsabilità. Lui ha sempre sostenuto di non sapere nulla delle scandalo. 

Il gruppo automobilistico è sotto indagine dal 2015 da parte della procura di Monaco di Baviera, oltre che dalle autorità di diversi paesi. La scorsa settimana Vw ha accettato di pagare, riconoscendo la propria responsabilità, la sanzione di 1 miliardo di euro decisa dalla procura di Stato di Braunschweig. Ma i guai giudiziari del gruppo, come ricorda Bloomberg, sono maggiori coinvolgendo non solo la Germania ma altri 55 paesi e comprendono anche la manipolazione del mercato azionario. Complessivamente il gruppo ha dovuto accantonare 27 miliardi di euro per fare fronte a sanzioni, riacquisto azioni e costi mentre gli investitori la accusano di aver informato il mercato troppo tardi dell'inchiesta.