Venerdì 11 Luglio 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Dazi Accordo fra Usa e Cina

Pechino promette terre rare a Trump. Dubbi degli analisti: patto fragile . .

Donald Trump alla base militare di Fort Bragg, nel North Carolina

Donald Trump alla base militare di Fort Bragg, nel North Carolina

di Marta Ottaviani

ROMA

Dazi: abbiamo scherzato. Con una delle giravolte con le quali, da mesi, sta sconvolgendo Stati Uniti, resto del mondo e mercati finanziari, ieri il tycoon ha annunciato trionfalmente di aver trovato un accordo sulle tariffe con il nemico numero uno, ossia la Cina. "L’accordo con la Cina è stato concluso – ha scritto Trump sul suo social Truth -, soggetto all’approvazione definitiva del presidente Xi e mia. La Cina fornirà in anticipo tutti i magneti e le terre rare necessarie. Al contempo, noi garantiremo alla Cina ciò che è stato concordato, compresi gli studenti cinesi che frequentano i nostri college e università (cosa che mi è sempre piaciuta!)". Il presidente Trump ha aggiunto che il rapporto è ‘eccellente’ e che "Il presidente Xi e io lavoreremo a stretto contatto per aprire la Cina al commercio americano. Sarebbe una grande vittoria per entrambi i Paesi!". Dalla crisi all’idillio, insomma. Almeno per il momento. In ogni modo sono ben lontani i 90 accordi in 90 giorni che aveva promesso Trump entro luglio.

I TERMINI DELL’ACCORDO

Le delegazioni americana e cinese si sono incontrate a Londra dove hanno trattato alcuni giorni. L’intesa è ancora definita come ‘framework’ al quale manca la firma dei numeri uno di Washington e Pechino. La linea rimane quella dei dazi reciproci, elevati, ma molto meno iperbolici di quelli minacciati da Trump. L’accordo conferma un’intesa già raggiunta un mese fa a Ginevra: gli Stati Uniti manterranno una tariffa del 55% sulle merci cinesi, mentre la Cina applicherà un dazio del 10% sulle importazioni statunitensi. Sul fronte delle materie prime strategiche, Pechino ha promesso la fornitura prioritaria di terre rare e magneti, risorse cruciali per le industrie tecnologiche e della difesa americana. L’accordo, come annunciato da Trump, riguarda anche la riattivazione dei programmi di studio per gli studenti cinesi.

LA REAZIONE DI PECHINO

Anche la Cina sembra salutare con positività il raggiungimento di un compromesso, anche se con toni meno enfatici del tycoon. Il vicepremier He Lifeng ha dichiarato che la posizione della Cina sulle questioni commerciali con gli Usa è ‘chiara e coerente’. "Le parti dovrebbero onorare i propri impegni, muoversi a tutela dei risultati raggiunti nel dialogo e risolvere le dispute commerciali con il dialogo tra pari e la cooperazione di mutuo beneficio". Lifeng non ha escluso un rafforzamento della cooperazione in futuro e prossimi controlli ‘sulla scia dei progressi fatti’.

I DUBBI DEGLI ANALISTI

Per chi canta vittoria, c’è chi invoca prudenza. Il Financial Times, quotidiano di riferimento del mondo economico, parla di un "compromesso fragile" che difficilmente porterà a una tregua stabile, alimentando invece un clima di incertezza che pesa su commercio globale e filiere industriali. E, infatti, ieri i mercati sono stati molto cauti. Secondo Sam Stovall di CFRA, l’intesa offre solo un sollievo momentaneo ai mercati, ma mancano dettagli concreti sui benefici reali per le imprese statunitensi. Altri esperti, come Julian Evans-Pritchard di Capital Economics, sostengono che la Cina esca da questa fase negoziale in posizione di forza, avendo ottenuto una riduzione marginale dei dazi senza concessioni sostanziali sui punti strategici. E anche la riapertura dei programmi per gli studenti cinesi sarebbe di portata limitata e con aspetti ancora tutti da chiarire.