Lunedì 16 Giugno 2025
STEFANO ZANETTE
Esteri

Davanti al tribunale rispunta Corona: "Stasi non c’entra, quattro colpevoli"

L’ex re dei paparazzi si prende la scena, come fece 18 anni fa. E attorno al caso si riapre il reality mediatico

Fabrizio Corona all’esterno del tribunale di Pavia scatta un selfie con alcune ragazze

Fabrizio Corona all’esterno del tribunale di Pavia scatta un selfie con alcune ragazze

Non è un reality. Non è una fiction. Un tragico fatto di cronaca del 2007, oggi un ‘cold case’ tornato d’attualità per la riapertura delle indagini dopo una sentenza passata in giudicato. Aspetti giuridici che poco sembrano interessare chi cerca invece di cavalcare l’onda mediatica forse per altri fini. L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007 ha sempre suscitato molteplici interessi, fin da 18 anni fa. Anche all’epoca le telecamere e le macchine fotografiche hanno fatto da contorno alle prime indagini, tutti assiepati fuori dalla villetta di via Pascoli a Garlasco, come poi fuori dalla casa dell’indagato Alberto Stasi all’epoca delle prime perquisizioni, oppure davanti alla caserma dei carabinieri di Vigevano per il primo arresto poi non convalidato dal Gip. E ancora fuori dall’allora non ancora soppresso Tribunale di Vigevano, per il primo processo con rito abbreviato a porte chiuse davanti al Gup, terminato con l’assoluzione di Alberto Stasi. Gli ulteriori passaggi giudiziari dei due processi d’appello e delle successive sentenze della Cassazione hanno ciclicamente riacceso l’attenzione che dallo scorso 11 marzo è tornata alla ribalta come se fosse l’indagine per un femminicidio appena commesso, con la caccia al colpevole senza esclusione di colpi. Parallelamente all’inchiesta giudiziaria della Procura di Pavia e alle indagini delegate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, si attendono colpi di scena improbabili in scenari poco verosimili. Spuntano nuove prove e testimoni. Vengono spacciate per verità anche illazioni che coinvolgono persone al più informate sui fatti e mai coinvolte nelle indagini, né 18 anni fa né ora. Presunti colpevoli, da esibire in un circo mediatico che ieri, per una giornata, ha montato il tendone fuori dal Tribunale di Pavia.

Oltre ai cronisti che fanno il loro lavoro, ai tanti curiosi arrivati in corso Cavour per vedere da vicino qualcosa che non accade certo tutti i giorni in una tranquilla cittadina come Pavia, le luci della ribalta hanno attirato anche i soliti, non nuovi, personaggi in cerca di protagonismo. Come già a Garlasco nell’agosto 2007, dopo 18 anni in cui si sono susseguite anche altre vicende giudiziarie, ieri è arrivato fuori dal Tribunale anche Fabrizio Corona. Qualche filo bianco in più nei capelli, ora senza gel, occhiali da sole come allora, nonostante la giornata uggiosa, la barba imbiancata che copre il viso allora glabro. Sorrisi e selfie, che all’epoca non esistevano. Ma la scena è la stessa. Un arrivo, anticipato sui social, che per alcuni ha superato l’interesse per l’attesa presenza dei veri protagonisti degli interrogatori convocati dalla Procura. Con le agenzie di stampa che subito hanno lanciato e rilanciato le sue dichiarazioni: "Gli indizi ci sono e da tempo, Stasi non c’entra e i colpevoli sono più di quattro". E ancora: "La Procura sa tutto da tempo grazie a indagini difensive fatte dalla difesa di Alberto Stasi. Ma non possono usarle al momento perché non utilizzabili". "Io sono qui per fare il mio lavoro come voi giornalisti", ha detto ancora Corona ripetendo le stesse parole pronunciate a Garlasco nell’agosto 2007, aggiungendo "però questa cosa che non capite, che ci sono delle prove certe, io non lo dico per spettacolizzare la mia immagine, non ne ho più bisogno a 51 anni. Posso smettere di lavorare a vita". Chi non ha smesso di lavorare, ieri pomeriggio sotto acquazzoni e scroci a ripetizione, sono stati cronisti, gli operatori delle televisioni e fotografi, in attesa di qualcosa in più della fugace apparizione di Stasi sull’auto guidata dall’avvocato Giada Bocellari, sia all’arrivo che all’uscita dalla porta carraia sul retro.