Dugina, la versione di Mosca è una spy story: pedinata e uccisa dalla 007 ucraina

I servizi segreti russi accusano una donna dell'intelligence di Kiev e pubblicano i video dei suoi spostamenti: "Natalya Vovk ha piazzato e azionato la bomba. In Russia con la figlia sotto falso nome, aveva preso un appartamento nel palazzo della giornalista"

Secondo i media legati al Cremlino questa è la carta di identità di Natalya Vovk

Secondo i media legati al Cremlino questa è la carta di identità di Natalya Vovk

Berlino, 22 agosto 2022 - La mano degli 007 ucraini dietro l'attentato alla figlia di Alexander Dugin. La versione russa sulla morte di Darya Dugina è degna delle migliori spy story. Mosca chiama in causa i servizi segreti di Kiev, in particolare una donna ucraina. Si chiamerebbe Natalya Vovk e avrebbe militato nel reggimento Azov, dei nazionalisti ucraini. I media legati al Cremlino ne hanno diffuso la presunta carta di identità.   

"Natalya Vovk spiava Dugina"

Natalya Vovk aveva pianificato tutto da tempo, dicono i russi. Secondo l'Fsb, l'intelligence di Mosca Vovk era in Russia dal 23 luglio. Era arrivata nel Paese con la figlia di 12 anni, sistemandosi in un appartamento preso in affitto nel palazzo in cui viveva Dugina. Una location strategica che le sarebbe servita a raccogliere informazioni sulla vita della vittima, le sue abitudini, i suoi spostamenti. La sera in cui l'auto di Dugina è saltata in aria, madre e figlia erano al festival 'Tradizione', a cui hanno partecipato la giornalista, che era ospite d'onore, e il padre. Dopo l'attentato sarebbero fuggite in Estonia. 

Il comunicato degli 007 russi

Molto di più di una pista d'indagine. Per gli 007 russi il caso è chiuso: è stata Vovk a piazzare la bomba nell'auto e ad azionarla a distanza. "Il crimine - si legge in un comunicato - è stato preparato e commesso dai servizi segreti ucraini. L'esecutrice è la cittadina ucraina Natalia Vovk, nata nel 1979, arrivata in Russia il 23 luglio insieme alla figlia Sofia Shaban e uscita dal Paese dalla regione Pskov, da dove ha raggiunto l'Estonia". Un viaggio di 12 ore, durante il quale la donna avrebbe usato vari documenti di identità. 

Forse ha usato la figlia per piazzare la bomba

Sempre secondo le fonti di sicurezza russe la Vovk potrebbe aver usato la figlia per piazzare la bomba nell'auto della Dugina. "La Vovk potrebbe aver usato la figlia per mascherare il crimine. Una teoria è che potrebbe aver piazzato l'ordigno esplosivo nell'auto di Dugina con l'aiuto della bambina", hanno fatto sapere i servizi russi.

I video degli spostamenti 

A testimonianza di questa ricostruzione i servizi segreti russi pubblicano una serie di video: nei filmati si vedrebbe Natalya alla dogana il 23 luglio, mentre entra nel condominio della Dugina, mentre lascia la Russia per l'Estonia alle 12 di ieri. "La loro auto, come mostrano le immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, viene perquisita a fondo". 

L'Fsb precisa anche che "per spiare la giornalista Vovk ha utilizzato un'auto Mini Cooper", che "quando è entrato in Russia, aveva una targa della Repubblica popolare di Donetsk - E982XH Dpr, a Mosca una targa del Kazakistan, 172AJD02, e quando è uscita una targa ucraina AH7771IP". 

Natalia Vovk sarà inserita nella lista dei ricercati ai fini dell'estradizione in Russia. L'Estonia fa sapere che al momento non ha ricevuto alcuna richiesta in tal senso.