Mercoledì 24 Aprile 2024

Daniela Carrasco, il mistero sulla morte di 'El Mimo' in Cile

Giallo sulla morte dell'artista di strada, i collettivi femministi denunciano: "Violentata e torturata per mandare un segnale a tutte". Il medico legale e la Procura: "Nessun segno di stupro"

Daniela Carrasco (El Mimo) Twitter

Daniela Carrasco (El Mimo) Twitter

Santiago del Cile, 21 novembre 2019 - La morte di Daniela Carrasco, un'artista di strada conosciuta come "El Mimo", ha sconvolto il Cile nei giorni scorsi a causa delle versioni circolate sui social network su un ipotetico omicidio commesso dalle forze di polizia del paese andino.

IL MISTERO INTORNO ALLA MORTE DI DANIELA CARRASCO - I media cileni raccontano che domenica 20 ottobre, la 36enne, è stata trovata impiccata, nei pressi del parco André Jarlan, nel comune di Pedro Aguirre Cerda, nel settore meridionale di Santiago del Cile. Non appena è circolata la notizia della morte della donna molte persone - sui social media - hanno riportato versioni secondo cui l'ultima volta in cui Daniela è stata vista viva, sarebbe stato nella circostanza del suo arresto da parte della polizia cilena. La situazione, nelle strade, è molto tesa: "C'è stato un eccessivo uso della forza, ci sono stati abusi e i diritti di tutti non sono stati rispettati", queste le parole del presidente cileno Sebastian Pinera, che ha riconosciuto un ricorso massiccio alla violenza da parte delle forze dell'ordine nella repressione delle proteste e dei disordini cominciati il 14 ottobre, a seguito dell'aumento della tariffa della metropolitana. I cortei, partiti nella capitale Santiago, hanno poi assunto la dimensione nazionale contro le politiche del Governo. Stando alle cifre ufficiali del Governo, riportate da diverse testate internazionali, in un mese di manifestazione e scontri, ci sono stati 23 morti, 2.391 feriti e sono stati eseguiti dalla polizia 6.300 arresti, in 759 casi a danno di minori. L'Istituto Nacional de Derechos Humanos (Indh) ha presentato 384 azioni legali rispetto a quanto avvenuto durante le dimostrazioni. 

LE ACCUSE SUI SOCIAL - Le informazioni circa la natura delle presunte violenze perpetrate delle forze dell'ordine circolano attraverso la rete: su Facebook, Twitter e diversi social network è stata diffusa, nei giorni scorsi, una grande quantità di materiale fotografico e video che ha suscitato critiche e indignazione. Si tratta di testimonianze amatoriali che mostrano manifestanti presi di mira, buttati a terra, minacciati, feriti. Va sempre tenuto presente, però, che si tratta di materiale diffuso sui social, del quale è sempre necessario verificare l'autenticità. 

In questa cornice, la morte di Daniela, ha suscitato forti sospetti, soprattutto fra i collettivi femministi che rifiutano la versione ufficiale diffusa dalle autorità sull'autopsia della 36enne, che confermerebbe la morte per soffocamento da impiccagione ed escluderebbe sevizie o violenze sessuali sul suo corpo. Il collettivo femminista NiUnaMenos-Cile - corrispettivo dell'italico "Non una di meno" - sostiene che Daniela Carrasco sarebbe stata torturata, violentata e assassinata per "dare un segnale a tutte le donne che intendono continuare a far sentire la loro voce"; per questo chiedono di indagare per "femminicidio". Al momento, il National Institute of Human Rights (NHRI) non ha ricevuto un reclamo formale per questo caso, che è ancora sotto indagine della Procura.