Crisi di governo, l'analisi: "Putin mira a destabilizzare. E senza Draghi la Ue vacilla"

Il professor Vittorio Emanuele Parsi: la crisi danneggia l’Italia, ma non solo. "Sarei sopreso se dietro la crisi non ci fossero anche le manovre dei russi"

Il presidente russo Vladimir Putin, 69 anni (Ansa)

Il presidente russo Vladimir Putin, 69 anni (Ansa)

Roma - "I russi tentano sistematicamente di destabilizzare la UE. È anche quello che c’è in gioco nella guerra in Ucraina: la sconfitta della politica della fermezza e dei principi e la dissoluzione dell’Ue in attori nazionali deboli. Draghi era un argine a questo e non è un caso che Mosca esulti". Così il professor Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di relazioni internazionali presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

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Che cosa significa per l’Italia perdere Draghi?

"È un asset strategico per noi e pure per l’Europa. E’ stata una wild card pescata al momento giusto. Draghi è e resta, anzi è diventato sempre più, un grande attore nello sgangherato teatro di provincia dell’Unione Europea. Un contesto europeo di leader deboli non ha fatto che accrescere il suo standing. Per l’Italia è particolarmente importante. Noi siamo dentro due sfere che si compenetrano, quella atlantica e quella europea. In queste due sfere Draghi ci dà un valore aggiunto, ci dà credibilità. Senza Draghi noi torniamo ad essere un paese che subisce le scelte altri. Un paese che non conta nulla".

Per quali dossier Draghi è più importante? Pnrr, guerra in Ucraina, politiche energetiche, lotta all’inflazione...

"L’Europa. L’interesse dei leader internazionali affinché Draghi resti è non tanto e non solo per singoli dossier, pur se importanti, ma per il quadro complessivo, per la tenuta stessa della cornice europea, che in assenza di leadership potrebbe implodere. Certo, noi saremmo i primi a pagarne lo scotto visto il nostro enorme debito pubblico, la crescita strutturalmente bassa e i nostri irrisolti problemi di riforme mai fatte. Ma non è solo un problema dell’Italia: una Europa senza Draghi è una Europa più debole che rischia di andare alla deriva se non di crollare".

Ciò nonostante i Cinque Stelle gli fanno mancare il terreno sotto i piedi.

"Purtroppo c’è una parte del Paese che gli rema contro. E non solo per l’interesse elettorale spicciolo, ma anche perché investe nel non cambiamento del paese. C’è chi gioca al tanto peggio tanto meglio. E pazienza per l’Italia".

Mosca ha avuto un ruolo attivo nella crisi di governo italiana e nella crisi del governo Johnson in Gran Bretagna?

"Abbiamo prove circostanziate delle interferenze russe dalla Brexit alle elezioni americane alla vita politica di tanti paesi europei, supportando le forze populiste di destra e di sinistra critiche con l’Europa. Sarebbe stupefacente che in quello che vediamo non ci fosse nessuna manovra di Mosca. Con la sua presenza sui social, ma anche con un intervento più diretto".

Se Mosca gongola, le capitali europee e l’America stanno dalla parte di Draghi. A suo avviso faranno pressioni perché resti?

"Credo che, al di là delle dichiarazioni pubbliche, già nette a suo favore, il suo telefonino squilli molto in questi giorni: ci sono molti leader internazionali che gli chiedono di non mollare".