Crimini di guerra: cosa sono, sanzioni e chi li giudica. Bucha rievoca Srebrenica

Kiev parla apertamente di genocidio e accusa Mosca dei massacri perpetrati nella cittadina ucraina

Fosse comuni a Bucha (Ansa)

Fosse comuni a Bucha (Ansa)

Roma, 4 aprile 2022 - Le immagini di Bucha, straziata da settimane di combattimenti della guerra fra Russia e Ucraina, rievocano dolori dimenticati in Europa da qualche decennio. I cadaveri abbandonati in strada riportano invece nel lessico di questi giorni tre parole, anche queste sparite nel vecchio continente da qualche tempo: crimini di guerra. La platea internazionale sta osservando le foto delle fosse comuni con i cadaveri dei civili uccisi. Kiev parla apertamente di genocidio e accusa Mosca dei massacri perpetrati a Bucha. Anche l'Onu, attraverso l'ufficio per i diritti umani, ha fatto sapere che i corpi scoperti "sollevano serie domande su eventuali crimini di guerra". I leader europei, come ad esempio il presidente francese Emanuel Macron, parlano di inchieste indipendenti per ricostruire quello che è successo. "Ci sono indicazioni molto chiare di crimini di guerra. Chi è all'origine di questi crimini dovrà risponderne" ha sentenziato Macron". Ma cosa sono i crimini di guerra? Quali sono i casi più recenti?

Cosa sono i crimini di guerra

Un crimine di guerra è una violazione delle leggi di guerra, come ad esempio il non rispetto delle norme e delle procedure di combattimento. Attaccare soldati che espongono una bandiera bianca è considerato un crimine di guerra. Sono crompresi nei crimini di guerra anche gli atti che violano il diritto internazionale umanitario: il maltrattamento dei prigioneri di guerra o dei civili, come sancito dalle Convinzioni di Ginevra. I crimini di guerra oggi vengono giudicati dal Tribunale internazionale dell'Onu e dalla Corte penale internazionali, entrambi aventi sede all'Aia (Olanda).

Bucha come Srebrenica

Il massacro di Bucha fa riemergere i ricordi di un genocidio perpetrato nel corso della guerra dell'ex Jugoslavia. Tra l'11 e il 12 luglio 1995 a Srebrenica, città della Bosnia, circa ottomila musulmani bosniaci furono sterminati dai soldati serbi. Gli assassini cercarono di nascondere le prove di queste esecuzioni sommarie. Sentenze della Corte internazionale di giustizia e del Tribunale penale internazionale hanno stabilito che fu genocidio, portato avanti per distrurggere il gruppo etnico bosgnacco. Sono stati condannati il leader polito Radovan Karadzic e il comandante Ratko Mladic.