Covid, in Italia picco di casi nel Nord Est. "Colpa dei cortei e dei transfrontalieri"

Fedriga: "Pressione in Friuli Venezia Giulia anche da oltre confine". In Slovenia curva dei contagi ancora alta nonostante le misure restrittive

Una manifestazione No Green pass a Trieste (Ansa)

Una manifestazione No Green pass a Trieste (Ansa)

Roma, 11 novembre 2021 - E' allarme Covid nel Nord Est dell'Italia con un'impennata di casi negli ultimi giorni. Ieri in Veneto è stato registrato un balzo di duemila casi in in un solo giorno: un incremento importante, soprattutto rispetto alla popolazione. Ma il picco di casi si concentra anche in Friuli Venezia Giulia e in tutto il Nord Est. Un ruolo determinante viene giocato dai lavoratori transfrontalieri che provengono dall'Est Europa - dove il Covid dilaga con numeri preoccupanti - e in particolare dalla confinante Slovenia.

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Tra le province italiane con i dieci valori più alti il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), indica Bolzano, due delle quattro province del Friuli Venezia Giulia, quattro delle sette province del Veneto e la provincia di Forlì-Cesena. Anche se l'aumento non è oltre il 40%, il valore più alto dell'incidenza attuale è nella provincia di Trieste (471 casi a settimana per 100.000 abitanti). In proposito Sebastiani osserva che "il coinvolgimento maggiore delle zone del Nord Est del Paese è molto probabilmente influenzato, oltre che dagli assembramenti di massa, anche dai flussi in entrata di persone provenienti dall'Est europeo attraverso la frontiera con la Slovenia. Probabile origine di questa nuova ondata - conclude - è la bassa copertura vaccinale nei Paesi dell'Est". 

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In Slovenia resta alta la curva dei contagi nonostante le nuove misure restrittive adottate venerdì scorso dal governo. Secondo gli esperti sanitari, il problema principale per gestire questa fase è la mancanza di personale qualificato per le cure intensive, sia covid che ordinarie. Il picco dei contagi è atteso tra fine novembre e inizio dicembre, con una prospettiva di oltre 1.200 ricoverati con il coronavirus e oltre 250 terapie intensive. Come ha detto il capo dell'unità di terapia intensiva covid dell'Ospedale policlinico universitario di Lubiana (UKC), Matjaž Jereb, con questo numero di contagi è probabile di dover ricorrere all'aiuto dall'estero per far fronte all'assistenza sanitaria. Nonostante i tentativi di accelerare sulla campagna vaccinale, i numeri non migliorano.

"Per colpa delle manifestazioni abbiamo avuto il più grande cluster della storia della pandemia in Friuli Venezia Giulia", ha detto il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. "Abbiamo avuto un forte aumento dei contagi nelle ultime settimane soprattutto nella provincia di Trieste e la crescita è dovuta a due fattori - ha spiegato -: per la vicinanza con la Slovenia, un territorio in cui il virus circola molto e ci sono pochi vaccinati e per le manifestazioni che si sono tenute a Trieste dove non sono state rispettate le regole della sicurezza personale legata alla pandemia: niente distanziamenti e mascherine mentre il principale numero di partecipanti non era vaccinato. Urla e canti, uno accanto all'altra, e questi sono i risultati".