Covid, in Cina lockdown intorno alla mega fabbrica di iPhone

La Zhengzhou Airport Economy Zone ha annunciato rigide restrizioni fino al 9 novembre per contenere il focolaio. L'impianto del contractor Foxconn conta 300mila dipendenti

Pechino, 2 novembre 2022 - Avanti con la politica Covid-zero in Cina. La Zhengzhou Airport Economy Zone, che ospita il più grande stabilimento di produzione di iPhone di Apple di proprietà del contractor Foxconn, ha dichiarato l'imposizione immediata di un lockdown fino al 9 novembre negli sforzi per contenere la diffusione di un focolaio. A tutti i residenti della zona sarà impedito di uscire, mentre solo i veicoli autorizzati potranno circolare, secondo un avviso delle autorità locali. "Ogni tipo di violazione delle norme verrà represso in modo risoluto'', hanno aggiunto. Zhengzhou è il capoluogo della provincia di Henan, nella Cina centrale, dove vivono circa 10 milioni di persone. Ha riportato 167 infezioni di Covid trasmesse localmente negli ultimi sette giorni fino a sabato scorso, rispetto alle 97 della settimana precedente.

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Covid, test in Cina (Ansa)
Covid, test in Cina (Ansa)

Le misure

Il lockdown imposto dalle autorità cinesi interesserà 600 mila persone, che non potranno lasciare la propria abitazione se non per sottoporsi al tampone o per ricevere cure mediche. Costituiscono eccezione solo i volontari e i lavoratori essenziali. Il distretto ha dichiarato che tutte le aziende presenti sul territorio dovranno passare al lavoro da casa per i dipendenti, con l'esclusione di quelle ritenuti essenziali, senza ulteriore specificazione. Inoltre, solo i veicoli sanitari e quelli adibiti alla consegna di generi indispensabili saranno ammessi nelle strade, e tutti i residenti nella zona dovranno sottoporsi quotidianamente al tampone.

Produzione a rischio

Secondo quanto dichiarato da Foxconn, che conta circa 300mila dipendenti nella fabbrica di Zhengzhou, lo stabilimento manterrà la gestione a circuito chiuso: nei giorni scorsi era emerso un "piccolo numero di dipendenti" contagiati dal Covid-19, ma il focolaio non avrebbe comportato danni alla produzione, definita "generalmente stabile". La società ha dichiarato nel fine settimana che aveva iniziato a effettuare tamponi su tutti i residenti, e si era offerta per trasportare al di fuori della fabbrica le persone che volevano andarsene, dopo che erano emersi sui social video della fuga di massa dall'impianto. Le autorità locali avevano chiesto ai dipendenti in uscita di registrarsi prima del rientro a casa e di sottoporsi alla quarantena all'arrivo, e ieri l'azienda aveva promesso di quadruplicare i bonus per i dipendenti disposti a rimanere all'interno dell'impianto.

Ma i rischi per la produzione non sono trascurabili: secondo il capo della divisione che assembla gli iPhone 14, citato dal quotidiano locale Henan Daily, l'impianto avrebbe un "bisogno disperato" di dipendenti per sostenere la produzione, in un momento di picco della domanda, e il dirigente ha chiesto il sostegno di altre aziende in altre parti della Cina. Secondo una fonte a diretta conoscenza della questione, citata dall'agenzia Reuters, circa il 30% della produzione di iPhone dell'impianto di Zhengzhou a novembre potrebbe essere colpito dall'esodo dei dipendenti e si sta cercando di spostare parte degli ordini su altri impianti, a cominciare da da quelli a Shenzhen, metropoli alle porte di Hong Kong.

Almeno il 10% della produzione globale di iPhone risente della produzione alla fabbrica di Zhengzhou, secondo le stime di un analista, Kuo Ming-chi, di TF International Securities, che si occupa della filiera di produzione e distribuzione della Apple, anche se, al momento, non cambiano le previsioni riguardanti le forniture e potrebbe esserci solo un "danno limitato" nel quarto trimestre.