Contagi Covid quadruplicati a Pechino nel mezzo del Congresso Pcc: restrizioni e controlli

Xi: La politica Zero Covid "mette le persone e le loro vite al di sopra di ogni altra cosa"

Pechino, 20 ottobre 2022 - Infezioni quadruplicate a Pechino, torna (o continua?) l'incubo Covid nella capitale cinese. Negli ultimi 10 giorni sono stati segnalati 197 contagi avvenuti localmente tra i 21 milioni di abitanti della città. Numero che potrebbe sembrare trascurabile in qualsiasi altro paese, ma non in Cina, dove il governo sembra restio ad abbandonare la politica 'Zero Covid', anche se le conseguenze sono sempre più pesanti. In occasione del Congresso del Partito comunista, per Pechino è ancora più importante mostrare che ha pieno controllo sulla situazione, perciò ha intensificato i controlli e le chiusure già piuttosto rigidi. 

Covid, Pechino (Ansa)
Covid, Pechino (Ansa)

Un grande centro Covid con 3.250 letti e test all'acido nucleico ogni 72 ore a Shanghai, interi complessi residenziali in lockdown, screening più accurati per le persone a rischio, rigidi controlli all'ingresso dei luoghi affollati. Sono alcuni dei pilastri del piano cinese per raggiungere zero contagi da Covid-19 il prima possibile. La Cina ormai è l'unico paese della regione che insiste sulla linea dura: i vicini Giappone, Taiwan e Hong Kong hanno tutti riaperto recentemente al turismo internazionale. Il presidente Xi Jin Ping ha difeso la sua scelta affermando che l'approccio intransigente "mette le persone e le loro vite al di sopra di ogni altra cosa", ma il malcontento è sempre più diffuso nella popolazione. Alcuni episodi tragici legati alla politica 'Zero Covid' hanno inasprito i sentimenti negativi: l'incidente in cui sono morte 27 persone il mese scorso in un autobus diretto ad un centro di quarantena, la morte per Covid di una sedicenne rinchiusa in un centro e non assistita malgrado le richieste di aiuto della famiglia, o il caso dei residenti intrappolati nei condomini sotto lockdown durante il terremoto in Chengdu.

Il XX Congresso del Partito comunista cinese, iniziato domenica, non è partito nel più liscio dei modi. Solo a tre giorni dall'apertura a Pechino c'era stata una rara manifestazione anti-Covid (e anti-Xi). Poi il governo cinese ha rinviato, senza alcuna spiegazione, la pubblicazione dei dati sul Pil relativi al terzo trimestre, e un'altra serie di importanti indicatori economici come produzione industriale, vendite al dettaglio e disoccupazione urbana. La politica Zero Covid pesa particolarmente sull'economia cinese, che ha subito un brusco arresto dopo un lungo periodo di tassi di crescita altissimi. In ogni caso, il congresso potrebbe finire con uno storico terzo mandato di Xi alla segreteria generale, che consoliderebbe ulteriormente la sua posizione di autorità suprema.