Collisione navi Corsica, sos inquinamento. Onda nera minaccia il Tirreno

Chiazza di 10 chilometri quadrati, l'Italia invia tre unità

Corsica, collisione tra due navi (Ansa)

Corsica, collisione tra due navi (Ansa)

Livorno, 8 ottobre 2018 - Seicento metri cubi di carburante sparso in acqua che hanno formato, in poche ore, una chiazza di dieci chilometri quadrati. Una grande, inquietante e temibile macchia oleosa pronta a minacciare uno degli scorci più belli e suggestivi di tutto il mar Tirreno, a poco più di 14 miglia a nord dalla punta di Capo Corso, in Corsica, acque territoriali francesi, a non più di un’ora di navigazione dall’isola di Capraia. La collisione avvenuta poco dopo le 7 di ieri mattina tra la motonave tunisina Ro-Ro Ulysse, con a bordo auto e camion, e la portacontainer cipriota Cls Virginia rischia di provocare un vero e proprio disastro ambientale.

Dai primi accertamenti sembra che la Cls Virginia fosse ferma all’ancora al momento della collisione. La Ulysse invece, per motivi che devono ancora essere chiariti, non avrebbe visto il cargo e sarebbe finita per colpirlo su una fiancata, provocando uno squarcio e la fuoriuscita di carburante. Secondo quanto comunicato dagli equipaggi non ci sono feriti a bordo, ma la dinamica resta da accertare. La Ulysse infatti era partita da Genova e stava facendo rotta verso Tunisi. La stessa prefettura marittima francese, tramite l’agenzia Afp, ha spiegato che «non è escluso che navigasse a una velocità troppo elevata in rapporto alla propria capacità di manovra». Aggiungendo che la collisione «è avvenuta mentre il meteo e le condizioni di navigazione erano buone e il vento soffiava a 7 nodi».

Ciò che emerge al momento, però, è il timore di conseguenze inquietanti per l’ambiente. L’allarme infatti è scattato nel giro di pochi istanti, con le autorità francesi che hanno preso il coordinamento degli interventi e hanno coinvolto anche l’Italia. Nello specchio di mare a nord della Corsica si sono subito dirette diverse unità di entrambi i paesi, tra cui mezzi specializzati nelle operazioni di contenimento delle sostanze inquinanti e nella bonifica delle acque. La centrale operativa della Guardia Costiera italiana, su direttiva del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha disposto subito l’invio nella zona di diverse unità navali e anche di un aereo Atr42 per l’attività di monitoraggio.

Tra i mezzi di soccorso precipitatisi sul luogo dell’incidente anche tre unità navali d’altura della società Castalia, adibiti e specializzati nel contenimento dello sversamento: la Nos Taurus partita da Livorno, la Bonassola da Genova e la Koral da Olbia.

Dal porto toscano è salpata anche la nave Giulio Ingianni, mezzo dotato di sofisticate apparecchiature di telerilevamento iperspettrale degli inquinamenti marini. Uno spiegamento di forze imponente e massiccio che ha come unica missione quella di cercare di salvare quest’angolo di paradiso. Le operazioni in corso riguardano la posa di panne di contenimento per limitare lo spostamento degli idrocarburi e la bonifica delle acque. E mentre i mezzi sul posto sono al lavoro per contenere l’emergenza un’inchiesta giudiziaria avrà il compito di stabilire le responsabilità di quanto accaduto.

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