Il re di Svezia Carlo XVI e la strategia anti-Covid: "Abbiamo fallito"

Carl XVI Gustaf: "Abbiamo un gran numero di morti, questo è terribile". Il Paese ha adottato una linea molto soft senza lockdown rigidi

Il re di Svezia, Carl XVI Gustaf (Ansa)

Il re di Svezia, Carl XVI Gustaf (Ansa)

Stoccolma, 17 dicembre 2020 - Per molti mesi si è guardato alla Svezia come un modello alternativo di lotta alla pandemia di Coronavirus. Il Paese scandinavo in primavera decise infatti di adottare una politica di poche restrizioni e molte raccomandazioni ai suoi cittadini. Nessun lockdown rigido, insomma. E sembrava una politica azzeccata. Ma la seconda ondata adesso è impietosa (gli ospedali cominciano ad essere in sofferenza), la diducia degli svedesi  comincia a scendere vertiginosamente e oggi arriva un j'accuse durissimo, quello del re Carl XVI Gustaf che ha duramente bollato come "fallimentare" la strategia svedese.

Il sovrano ha lanciato la dura accusa in una inusuale presa di posizione pubblica alla luce della grave situazione nel Paese scandinavo dove i contagi continuano a moltiplicarsi e la fiducia della popolazione è in caduta libera. "Gli svedesi - ha affermato re Carl in un'intervista alla tv di Stato Svt - hanno sofferto tremendamente in condizioni difficili. Penso che abbiamo fallito, abbiamo un gran numero di morti e questo è terribile".

Come abbiamo detto all'inizio, la Svezia fin dall'inizio dell'emergenza Covid ha adottato un approccio soft, rifiutandosi di decretare rigidi lockdown nazionali ma preferendo puntare sul distanziamento sociale e il senso di responsabilità, mantenendo scuole, negozi, uffici e ristoranti aperti. 

I numeri della Svezia

Il tentativo di creare un'immunità di gregge si è scontrato però con i numeri sempre crescenti dell'epidemia: rispetto ai Paesi nordici vicini, la Svezia ha registrato finora quasi 350 mila contagi e 7.800 morti; un tasso di mortalità che è circa 10 volte maggiore a quello della Norvegia e quasi 5 rispetto alla Danimarca (la Norvegia sta a poco più di 40 mila casi e 402 decessi, la Danimarca 119.779 e 975).

Il capo virologo

Il capo virologo Anders Tegnell resta però convinto della validità della scelta e in un'intervista tv è tornato a difenderla, sostenendo che è troppo presto per dire se è stata fallimentare; tuttavia ha riconosciuto di essere rimasto sorpreso dall'entità della seconda ondata e che alcune zone stanno "cominciando ad arrivare al punto di rottura".