Martedì 23 Aprile 2024

Coronavirus, Oms: ecco i 6 criteri necessari per ripartire con la fase 2

Dalla trasmissione del contagio controllata alla capacità di rilevare ogni caso e rintracciare ogni contatto. Anche la Ue racconanda ua "riapertura graduale"

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Roma, 14 aprile 2020 - Mentre i vari Paesi, in ordine sparso, pensano alla strategia migliore per uscire dal lockdown da Coronavirus e iniziare la fase 2, dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) arriva una sorta di vademecum i sei punti per riaprire.

Ecco dunque in breve i criteri raccomandati dagli esperti che i Paesi dovrebbero seguire per uscire dalla fase di contenimento della pandemia di Covid-19 e avviarsi verso la riapertura.

1 - La trasmissione del contagio deve essere "controllata"

2 - le capacità del sistema sanitario devono essere in grado di "rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto"

3 - i rischi di epidemia devono essere "ridotti al minimo in contesti speciali quali le strutture sanitarie e le case di cura"

4 - vanno messe in atto "misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano

5 - i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti

6 - le comunità devono essere pienamente istruite, impegnate e autorizzate ad adeguarsi alla 'nuova norma'.

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Al momento, spiega l'Oms, quasi nessuna nazione risponde a tutti i criteri ma ogni Paese deve agire sulla propria base di valutazione del rischio. 

La Ue raccomanda riapertura graduale

Anche la Commissione Ue, nella bozza di roadmap per allentare le restrizioni introdotte a seguito del Covid-19, raccomanda prudenza e "un'uscita graduale", con misure revocate in step diversi e scandite da intervalli temporali che permettano di misurarne gli effetti. Le misure generalizzate, dovrebbero essere sostituite "progressivamente" da misure mirate, ad esempio per gli anziani. Inoltre, dovrebbero iniziare a livello locale ed essere poi estese geograficamente "in modo graduale", si legge nella bozza.

Secondo quanto si legge nella bozza del documento pubblicata da Euractiv, tuttora suscettibile di cambiamenti in attesa della conferenza stampa di Ursula von der Leyen domani, una "mancanza di coordinamento" tra i Paesi membri sull'uscita dal lockdown potrebbe avere "effetti negativi" per tutti i Paesi e provocare "frizioni politiche".  Per quanto riguarda le restrizioni di viaggio, la Commissione consiglia di rimuoverle "una volta che la situazione epidemiologica con i Paesi confinanti converga in misura sufficiente" e che le misure di distanziamento sociale siano applicate "largamente e in modo responsabile". La riapertura delle frontiere esterne dovrebbe far parte della seconda fase della riapertura, tenendo conto della diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 all'estero.

Lo sforzo della Commissione è quello di coordinare le misure in questo campo, che restano competenza nazionale, tanto che l'esecutivo Ue ha dovuto rimandare l'approvazione delle linee guida a causa delle proteste di alcune capitali per non essere state preventivamente consultate. Il suggerimento della Commissione è che, prima di allentare le misure, gli Stati dovrebbero vedere un calo significativo della diffusione della malattia, rafforzare i reparti di terapia intensiva e avere capacità di effettuare tamponi e test per gli anticorpi su vasta scala. 

Prima che venga trovato un vaccino, qualsiasi rilassamento delle misure, ricorda la Commissione, porterà a un aumento delle infezioni.  L'esecutivo Ue dovrebbe incaricare l'Ecdc di stilare un piano su un approccio comune per eventuali chiusure future, "tenendo conto delle lezioni apprese finora", continua Euractiv. La 'exit strategy' dell'Ue dovrebbe anche raccomandare l'uso di app atte a tracciare le catene di contagio, facendo uso di dati anonimizzati, app che dovrebbero essere disattivate una volta passata la crisi.

Nella comunicazione, secondo la bozza, la Commissione dovrebbe anche raccomandare gradualità nella rimozione delle misure di confinamento, raccomandando almeno "un mese" di distanza tra un passo e l'altro. Le persone più vulnerabili, in particolare gli anziani, dovrebbero venire protette più a lungo. Secondo la bozza, il successo di una "rimozione coordinata" delle misure di chiusura a livello Ue determinerà anche "i tempi e l'impatto" del piano europeo di ripresa. 

ITALIA / Cosa riapre dal 14 aprile

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