Coronavirus, morto il medico eroe cinese che lanciò l'allarme

Li Wenliang, 34 anni, era stato minacciato dalla polizia e solo successivamente riabilitato

Li Wenliang, il medico eroe morto in Cina (foto Ansa)

Li Wenliang, il medico eroe morto in Cina (foto Ansa)

Pechino, 6 febbraio 2020 - E' morto Li Wenliang, il medico eroe noto per essere stato il primo a lanciare l'allarme sulla diffusione del coronavirus a Wuhan, in Cina. Lo ha annunciato l'ospedale, come riporta il Global Times. Le sue condizioni erano "critiche", tanto che già nel pomeriggio si era sparsa la notizia del suo decesso, poi però smentito.

Chi è Li Wenliang

La storia di Li Wenliang, che lavorava a Wuhan, ha fatto il giro del mondo in queste settimane in cui il contagio si è diffuso dalla Cina in 25 Paesi, provocando già oltre 500 morti. Il medico era stato prima screditato dalle autorità cinesi, poi minacciato dalla polizia, infine rivalutato dalla magistratura e dalla società civile.

Il 30 dicembre scorso l'oftalmologo, 34 anni, aveva scritto un messaggio nel suo gruppo di ex studenti di medicina in cui si diceva che a sette pazienti di un mercato ittico era stata diagnosticata una malattia simile alla Sars ed erano stati in quarantena nell'ospedale dove lavorava. Poi, però, era stato convocato nell'Ufficio di Sicurezza pubblica, dove gli fu chiesto di firmare una lettera in cui ammetteva di "aver affermato il falso" e di aver creato "grave disturbo all'ordine sociale". 

A fine gennaio, il giovane medico aveva ripubblicato su Weibo, il Twitter in mandarino, copia della lettera spiegando quanto era accaduto, mentre le autorità avevano già presentato le dovute scuse, sotto la minaccia delle sanzioni contro i funzionari locali "incapaci e infedeli" decise dal partito e dal presidente Xi Jinping in persona.

Li Wenliang si era ammalato a metà gennaio, dopo aver inconsapevolmente trattato un paziente con il coronavirus. Ricoverato in ospedale il 12 gennaio, nei giorni seguenti le sue condizioni erano peggiorate al tal punto che era stato trasferito in un reparto di terapia intensiva. Il primo febbraio Li era risultato positivo al coronavirus. La sua foto con la maschera dell'ossigeno e il tesserino d'identità mostrato con fatica è diventata virale sui social in mandarino, perché nel frattempo è diventato un eroe: ha sfidato il potere dell'autorità locale per una "nobile causa" a favore della collettività.