Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, "In Italia sei milioni di contagiati. Salvate 38mila vite"

Lo studio dell'Imperial College di Londra. "Toccato il 9,8% della popolazione contro lo 0,41% della Germania". Ecco perché sarebbe una buona notizia: così calerebbe drasticamente il tasso di mortalità

Contagi in aumento a Rimini

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Londra, 31 marzo 2020 - Quasi 6 milioni di infettati da coronavirus in Italia, il 9,8% della popolazione. E 38mila vite salvate grazie alle misure di contenimento. Sono queste le cifre che emergono da uno studio dei ricercatori del prestigioso Imperial College di Londra che cambierebbero la prospettiva della pandemia in Italia: su una base così ampia si ridurrebbe drasticamente il tasso di mortalità e se davvero fossero così tanti i positivi potrebbe anche essere maggiore il tasso di immunizzazione.

Lo studio (cofirmato da Neil Ferguson, una delle massime autorità) è stato citato oggi dal virologo Roberto Burioni: "L' Imperial College stima le infezioni di Covid-19 in Italia al 28 marzo: 9,8% della popolazione, 5,9 milioni di casi. Capite perché i numeri che sentite in tv alle 18 non hanno molto significato? Capite perchè l'Italia ha tanti morti in più rispetto alla  Germania?". Secondo il report dei ricercatori britannici citato dall'esperto, in Germania (dove ci sono molti meno morti) sarebbe stato infettato al momento solo lo 0,41% della popolazione.

C'è un secondo aspetto dello studio molto interessante e riguarda le misure di contenimento. "Anche se il bilancio delle vittime continua a salire - riflette Seth Flaxman, primo autore dell'ultimo studio - vediamo abbastanza segnali per concludere che le azioni drastiche intraprese dai governi europei hanno già salvato molte vite, riducendo il numero di nuove infezioni. Ma poiché questi interventi sono molto recenti nella maggior parte dei Paesi, e c'è un ritardo tra infezione e decesso, ci vorrà più tempo - da giorni a settimane - affinché questi effetti si riflettano sul numero di morti che si registrano ogni giorno".

Il team ha utilizzato i dati in tempo reale del Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) sul numero di decessi in 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'analisi mostra che, con gli attuali interventi in atto, le misure in tutti i Paesi esaminati hanno evitato da 21.000 fino a 120.000 decessi fino a oggi. E il bilancio delle morti evitate crescerà mantenendo queste misure fino a quando la trasmissione non scenderà a livelli bassi. Il report stima che tra il 7 e 43 milioni di persone siano state infettate da Sars-CoV-2 in tutti gli 11 Paesi al 28 marzo: tra l'1,88% e l'11,43% della popolazione.

Per l'Italia in particolare gli studiosi stimano che siano state evitate almeno 38mila morti (con una forbice statistica che va da un minimo di 13mila a un massimo di 84mila: 38mila è appunto il valore medio più credibile).

Dubbioso è Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità: "Bisogna essere molto cauti nell'approssimare la popolazione italiana già infettata dal virus. Pur stimando i colleghi dell' Imperial College di Londra, ritengo davvero improbabile che in Italia sia stato infettato quasi il 10% della popolazione".

L'infettivologo Matteo Bassetti dell'ospedale San Martino di Genova commenta così: "Ovviamente se questi fossero i numeri occorrerebbe ricalcolare molte delle percentuali catastrofiche fatte nel nostro Paese".