Giovedì 18 Aprile 2024

Corea del Nord, Trump cancella vertice con Kim. Ma Pyongyang: restiamo pronti a tavolo

La lettera del presidente Usa: "Aperta ostilità da Jong-un". La replica: decisione non in linea con il desiderio di pace IL COMMENTO Il trappolone di Pyongyang - di C.DE CARLO

Donald Trump e Kim Jong-un (Ansa)

Donald Trump e Kim Jong-un (Ansa)

Washington, 25 maggio 2018 - Trump e Kim Jong-un non si vedranno. Almeno non il prossimo 12 giugno, giorno fissato per lo storico faccia a faccia. E' lo stesso presidente Usa a informare il leader della Corea del Nord che l'incontro è cancellato, confermando alcune anticipazioni. Il vertice si sarebbe dovuto tenere a Singapore. "Apprezziamo il suo tempo, la pazienza e lo sforzo nelle recenti trattative relative al summit", esordisce Trump nella missiva, ringraziando anche per il recente rilascio dei prigionieri americani da parte di Pyongyang. Ma "tristemente, sulla base dell'aperta ostilità mostrata nelle ultime dichiarazioni, ritengo sia inappropriato in questo momento tenere l'incontro". Non c'erano le condizioni "per un risultato positivo", ha spiegato poi il capo della comunicazione della Casa Bianca, Mike Pompeo. Negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno "tentato ripetutamente di mettersi in contatto con la Corea del nord sulla logistica del previsto vertice" ma "non hanno ricevuto alcuna risposta". 

IL COMMENTO Il trappolone di Pyongyang - di C.DE CARLO

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Ma nella notte italiana da Pyongyang sono arrivate delle aperture, così come erano state lasciate trapelare dalla Casa Bianca. "Siamo ancora disponibili al dialogo con gli Stati Uniti in qualsiasi momento e in qualsiasi forma", ha fatto sapere il vice ministro degli Esteri nordcoreano, Kim Kye Gwam, tramite l'agenzia del regime Kcna. Pyongyang "vuole dare agli Usa tempo e opportunità per riconsiderare i negoziati". La Corea del Nord, definendo molto "inaspettata e spiacevole" la cancellazione del summit ha contestato la decisione di Trump perché "non in linea con il desiderio di pace". Il forfait, ha insistito il vice ministro di Kim, mostra "quanto grave sia lo stato molto radicato delle relazioni ostili tra Usa e Corea del Nord e quanto urgentemente dovrebbe essere realizzato un summit per migliorare i rapporti".

Lo stop di Trump è arrivato proprio nel giorno in cui si è svolta la cerimonia per lo smantellamento del sito militare dei test nucleari di Pyongyang, con giornalisti invitati ad assistere all'evento. "Continueremo a lavorare per migliorare le relazioni con il Nord", ha indicato Seul, esprimendo "profondo rammarico" per l'annullamento del vertice. Nella lettera con le motivazioni della decisione di Trump, la Casa Bianca ha indicato "la tremenda rabbia e aperta ostilità mostrata nelle recenti dichiarazioni" di Kim. "E'inappropriato in questo momento avere questo incontro a lungo pianificato" e questa è una "enorme battuta d'arresto per la Corea del Nord e per il mondo", ha scritto Trump a Kim, ma è "possibile" che il vertice possa tenersi più avanti. A nulla sono valsi gli sforzi di Pechino e quelli di Mosca per impedire quello che il Cremlino ha definito "il danneggiamento del fragile processo di soluzione della crisi che è appena emerso". I preparativi per il vertice sono andati avanti: l'Onu, ad esempio, ha autorizzato i viaggi di funzionari nordcoreani, in deroga alle sanzioni contro Pyongyang, su richiesta del governo di Singapore. Il capo della diplomazia Usa, Mike Pompeo, davanti alla Commissione Esteri del Senato ha spiegato che il summit è stato annullato perché non c'erano le condizioni "per un risultato positivo".  

La tensione tra Washington e Pyongyang è tornata a salire recentemente dopo che la Corea del Nord ha minacciato di far saltare il vertice se gli Usa fossero restati legati ad "atti illegali e oltraggiosi". Nel mirino poi il vicepresidente americano Mike Pence, accusato di commenti "ignoranti e stupidi". Pence, in un'intervista, aveva affermato che la Corea rischia di fare la fine della Libia se non accetta di siglare un accordo sulla denuclearizzazione e corre un grosso rischio se pensa di poter "prendere in giro" il presidente Trump.

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Gli attriti tra i due Paesi nascono proprio dalle modalità del disarmo. La Casa Bianca aveva già trionfalmente annunciato la disponibilità di Kim al disarmo totale, irreversibile e verificabile, ma Pyongyang ha reclamato la riduzione della presenza militare americana nella penisola coreana e la sospensione delle esercitazioni militari con Seul. Lo stesso consigliere per la sicurezza nazionale di Moon, Chung Eui-yong, quando lo scorso marzo ha consegnato a Trump l'invito di Kim, ha dichiarato la disponibilità del Nord alla "totale denuclearizzazione" ma solo "alle giuste condizioni". Non è bastato dunque che Kim smantellasse - pochi giorni fa - il suo sito di test nucleari. 

"Vogliamo uno smantellamento completo del loro arsenale", ha insistito ieri il capo della diplomazia Usa, Mike Pompeo. 

"Lei parla delle sue capacità nucleari, ma le nostre sono così enormi e potenti che prego Dio non dovranno mai essere usate", si legge della lettera firmata Donald Trump. E ancora: "Il mondo e la Corea del Nord in particolare hanno perso una grande opportunità per una pace duratura. Questa occasione persa è un momento davvero triste per la storia".

Il tycoon si augura che il faccia a faccia sia solo posticipato perché "sento che tra me e lei è stato costruito un bel dialogo e alla fine è il dialogo che conta. E non vedo l'ora un giorno di incontrarla".