Corea del Nord, aggirate le sanzioni. Pyongyang ha guadagnato 200 milioni di dollari

Un rapporto dell'Onu mostra come la dittatura nordcoreana riesca a finanziare il programma nucleare nonostante le sanzioni e i divieti. Sotto accusa Siria, Myanmar, Cina e Mozambico

Kim Jong Un, le sanzioni non frenano i piani di Pyongyang (Ansa)

Kim Jong Un, le sanzioni non frenano i piani di Pyongyang (Ansa)

New York, 3 febbraio 2018 - La Corea del Nord è riuscita ad aggirare le sanzioni e a guadagnare, solo lo scorso anno, quasi 200 milioni di dollari, soldi che hanno contribuito allo sviluppo del programma nucleare voluto dal leader Kim Jong Un.  

Lo dimostra un rapporto Onu inviato al comitato del Consiglio di Sicurezza sulle sanzioni che certifica violazioni sistematiche da parte del regime di Pyongyang. Il documento, di un gruppo di esperti, punta il dito contro diversi Paesi, tra cui Cina, Russia e Malaysia, accusati di non aver bloccato le esportazioni illegali. La Corea del Nord "trasgredisce ancora le risoluzioni più recenti sfruttando catene di approvvigionamento petrolifero globali, complicità straniere, registri delle società offshore e il sistema bancario internazionale". 

Kim Jong-Un, per finanziare i suoi missili balistici, avrebbe fornito armi a Siria e Myanmar, anche chimiche o quanto serve per produrle. A provare ciò ci sono le ispezioni a cargo provenienti dalla Corea del Nord e diretti verso La Siria dove sono stati rinvenuti piastrelle resistenti agli acidi che potrebbero "essere usate per costruire mattoni per il muro interno di una fabbrica chimica". 

Non è una novità che diplomatici e ispettori internazionali sospettino che Damasco non abbia realmente abbandonato l'arsenale chimico, e sviluppato ulteriori armi letali. Le prove poi portano anche  al Myanmar, destinatario di sistemi di missili balistici nordcoreani, insieme a armi convenzionali, compresi lanciarazzi multipli e missili terra-aria. 

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L'ambasciatore birmano all'Onu, Hau Do Suan, ha negato sostenendo che il Myanmar rispetta le risoluzioni del Palazzo di Vetro. Sempre nel rapporto si parla dell'esportazione via mare di carbone dal nordcorea fino a porti in Russia, Cina, Corea del Sud, Malaysia e Vietnam. Sotto la lente ci sono 16 spedizioni tra gennaio e agosto 2017, periodo durante il quale le spedizioni di carbone dalla Corea del Nord avevano limiti e venivano tracciati i movimenti. E, in barba ai controlli, dopo l'approvazione di un bando totale delle esportazioni di carbone, il 5 agosto scorso, sono state registrate 23 nuove spedizioni di Pyongyang che "se confermate, costituirebbero una violazione della risoluzione".

Altro punto di violazione sono "i casi di trasferimento in mare di prodotti petroliferi". Sarebbero state registratye attività al tal fine al largo dei porti nordcoreani di Wonsan e Nampo e nelle acque internazionali tra il Mar Cinese Giallo e il Mar Orientale Cinese tra ottobre e gennaio. 

Poi c'è il rapporto con il Mozambico, il regime di Pyongyang intrattiene scambi ed è inserito nel lucroso settore ittico, molto fiorente là, ma non si limita ai pesci, infatti i nordcoreani starebbero soddisfando anche le richieste militari del Paese africano. Nel 2015 un'inchiesta di una emittente americana risultava che il Mozambico aveva invitato tecnici militari nordcoreani nel Paese. Un nuovo rapporto del 2017 dell'Onu ha svelato che il livello di cooperazione tra i due Paesi è favorito dalle società di facciata, come la Haegeumgang. 

Secondo fonti militari mozambicane alcuni ufficiali di Pyongyang hanno addestrato le forze d'elite in una base di Maputo per almeno due anni. Un precedente rapporto Onu indicava che i legami militari dei nordcoreani con il Mozambico valevano almeno 6 milioni di dollari a Pyongyang. 

Al rapporto Onu si aggiunge quanto sostenuto il capo dell'intelligence interna tedesca, Hans-Georg Maassen, che in una intervista con la televisione pubblica Ard ha accusato l'ambasciata nordcoreana a Berlino di essere il tramite per l'acquisizione di tecnologie per i programmi nucleari e balistici di Pyongyang. "Abbiamo dovuto constatare dall'ambasciata tale attività di acquisizioni. Dal nostro punto di vista era destinata al programma di missili ma anche in parte al programma nucleare" della Corea del Nord, spiega Maassen. Queste teconologie, la cui natura esatta non è stata precisata, hanno un uso civile ma anche militare. "Quando si scoprono queste cose, le si fermano".