Corea del Nord, Kissinger: "In Trump cresce la tentazione di un attacco preventivo"

Secondo l'ex Segretario di Stato Usa Washington sta seriamente valutando uno strike contro Pyongyang, ed è frustrata perché vorrebbe più opzioni di attacco dal Pentagono, che frena

Il leader nordcoreano Kim Jong Un (Ansa)

Il leader nordcoreano Kim Jong Un (Ansa)

New York, 2 febbraio 2018 - Nell'amministrazione Trump cresce la tentazione di un attacco preventivo contro la Corea del Nord, nonostante le Olimpiadi invernali alle porte, ne è convinto l'ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger. Anche le sanzioni contro Pyongyang, che Washington sta valutando, saranno sempre più stringenti.  "La tentazione di affrontare" la questione "con un attacco preventivo è forte, e l'argomento è razionale, ma non ho visto alcuna dichiarazione pubblica da parte di nessun funzionario", ha detto Kissinger ai membri della Commissione servizi armati del Senato. 

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"In ogni caso sarei molto preoccupato per una guerra unilaterale americana ai confini di Cina e Russia senza il sostegno di una parte significativa del mondo, o almeno del mondo asiatico", ha commentato l'ex segretario di Stato Usa che nella minaccia nordcorean vede il rischio di una proliferazione nucleare in tutta l'Asia. "Viviamo in un mondo nuovo, in cui paesi tecnicamente competenti con strutture di comando adeguate possiedono armi nucleari in un'area in cui vi sono considerevoli disaccordi nazionali. Questo richiederà un nuovo modo di pensare da parte nostra".

Secondo il New York Times la Casa Bianca ha abbandonato il piano di nominare un eminente esperto di Corea, Victor D. Cha, come ambasciatore in Corea del Sud, perché questi avrebbe messo in guardia i dirigenti dell'amministrazione contro uno 'strike' preventivo che "potrebbe trasformarsi velocemente in una guerra che probabilmente ucciderebbe decine, se non centinaia di migliaia di americani". Il dubbio sulle conseguenze di un'azione militare quindi fa montare la frustrazione dell'amministrazione Trump, che diventa massima davanti anche alla presunta riluttanza del Pentagono di fornire più opzioni per un attacco preventivo contro la Corea del nord, per timore, degli stessi militari, di una escalation catastrofica.

Il consigliere per la sicurezza H.R. Mcmaster, riporta il Nyt, che Trump per essere credibile nei suoi moniti a Pyongyang, dovrebbe avere piani strategici ben sviluppati. Ma il Pentagono teme che dare The Donald troppe opzioni potrebbe spingerlo ad agire.

Donald Trump oggi ha chiamato il primo ministro giapponese Shinzo Abe, ringraziandolo per gli sforzi di Tokyo nel mantenere la pressione internazionale sulla Corea del Nord. Idue leader hanno convenuto inoltre sulla necessità di intensificare la massima pressione internazionale per denuclearizzare la Corea del Nord.

Poi Trump ha telefonato anche al presidente sudcoreano Moon Jae-in sia per augurargli il successo delle Olimpiadi invernali, che si tengono nel suo Paese, che per ribadire l'impegno comune di migliorare la situazione dei diritti umani in Corea del Nord.

Infine sempre oggi il presidente Trump, con un gesto provocatorio verso Pyongyang, ha ricevuto sei disertori nordcoreani nello Studio Ovale. Il gruppo era composto da un banchiere, da un ex prigioniero politico e dal disertore Ji Seong-ho che ha subìto l'amputazione di una gamba fuggendo dalla Corea del Nord nel 2006.

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