Cop26, passi indietro sul clima. Le lobby di carbone e petrolio frenano lo slancio

Nuova bozza meno coraggiosa della precedente. Probabile un prolungamento dell trattative almeno a domani

Protesta ambientalista a Glasgow (Ansa)

Protesta ambientalista a Glasgow (Ansa)

Roma, 11 novembre 2021 - Contrordine. Nella giornata finale di Cop26 la presidenza ha presentato un nuovo testo che annacqua alcuni dei passi in avanti presenti nel precedente, pur se una dichiarazione finale di questo tipo sarebbe la prima a parlare apertamente della necessità di ridurre la produzione di energia da fonte fossile. In alcuni dei punti chiave il liguaggio è ammorbidito, per effetto delle lobby delle fonti fossili e del lavoro dei paesi produttori di petrolio, gas e carbone.

L'ultima bozza di proposta della presidenza della Cop26, rilasciata poco dopo le 7 del mattino di oggi a Glasgow, invita i paesi ad accelerare "l'eliminazione graduale dell'energia a carbone non abbattuta e dei sussidi inefficienti per i combustibili fossili". Una versione precedente di mercoledì aveva chiesto ai paesi di "accelerare l'eliminazione graduale del carbone e dei sussidi per i combustibili fossili". L'aggiunta della definizione "non abbattuta" autorizza i paesi che vogliono continuare ad usare carbone e altre fonti fossili ad utizzare i controversi (e costosi) impianti per il sequestro del carbonio (CCS). Per quanto riguarda 'aggiunta di "inefficiente" va teoricamente nella direzione di aiutare i paesi che vogliono mantenere alcuni sussidi per i combustibili per i poveri, mentre eliminano i sussidi per i grandi interessi dei combustibili fossili. In realtà da spazio ai paesi che vogliono utilizzare ancora le fonti fossili ad avere le mani più libere per ritardare la loro eliminazione, anche di decenni, e nel frattempo a mantenere i sussidi. Non solo. Mentre la prima bozza dell'accordo "esortava" i paesi a tornare con obiettivi di riduzione delle emissioni più forti entro la fine del prossimo anno, la nuova si limita a "richiedergli" di farlo. E mentre la prima bozza "notava con grave preoccupazione" che il denaro fornito ai paesi in via di sviluppo per affrontare la crisi climatica era insufficiente, l'ultima bozza omette la parola "grave".

Il documento "riconosce che gli impatti del cambiamento climatico saranno molto più bassi all'aumento di temperatura di 1,5 °C rispetto ai 2 °C e decide di proseguire gli sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 °C". Per farlo, sono necessarie "riduzioni rapide, profonde e sostenute delle emissioni globali di gas serra". Rispetto alla prima bozza rimangono l'obiettivo di  tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al 2010, e ad arrivare a zero emissioni nette di CO2 intorno alla metà del secolo.

Ci sono poi dei teorici passi in avanti su altri punti chiave come adattamento, finanza e loss e damage (i danni da cambiamenti climatici), ma anche qui pure dei passi indietro. E' infatti sparito l'invito ad attivare entro il 2023 il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno per i paesi meno sviluppati. La seconda bozza si limita a sollecitare "i paesi sviluppati a deliberare pienamente e urgentemente sull'obiettivo dei 100 miliardi di dollari e fino al 2025, e sottolinea l'importanza della trasparenza nell'attuazione dei loro impegni". Le trattative continuano freneticamente con la fine della conferenza fissata per le 18 di oggi. Ma la previsione di tutti è che le trattative saranno estese a tutta la notte e forse anche oltre.