Cop26 di Glasgow al via, corsa contro il tempo per il clima. Draghi: "Andare oltre il G20"

Boris Johnson cita James Bond: "Il dispositivo dell'Apocalisse è reale". Il premier italiano: "La crisi climatica minaccia la pace e la sicurezza globali". Biden: "Entro il 2030 ridurremo le emissioni negli Usa di oltre il 50%"

Camilla, il principe Carlo d'Inghilterra e Mario Draghi durante la Cop26 di Glasgow (Ansa)

Camilla, il principe Carlo d'Inghilterra e Mario Draghi durante la Cop26 di Glasgow (Ansa)

Glasgow, 1 novembre 2021 -  Non c'è più tempo. La campana suona per noi. Per dirla con il premier britannico Boris Johnson: "Siamo a un minuto dall'apocalisse".  La COP 26 inizia, come sempre in questi consessi, con i capi di stato e di governo. Archiviato il G20, con il suo bicchiere mezzo vuoto sul clima, molti di loro passano da Roma a Glasgow. Oltre al padrone di casa Boris Johnson, Joe Biden, Angela Merkel, Emmanuel Macron, Mario Draghi, il premier giapponese Fumio Kishida, il presidente indiano Narendra Modi, il canadese Justin Trudeau, il cardinale Piero Parolin per la Santa Sede, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il principe Carlo d'Inghilterra. Ma mancano il presidente cinese, Xi, quello russo Putin, quello turco Erdogan, il brasiliano Bolsonaro. Assenze non casuali. Che segnano la differenza tra chi vuole fare savvero un salto di qualità nell'azione e chi non intende farlo. Per capire la distanza non solo reale ma anche ostentata, basti pensare che il presidente cinese Xi Jimping _ leader del paese che emette largamente più di ogni altra nazione - ha deciso non solo di non intervenire personalmente ma neppure in collegamento video: ha mandato un discorso scritto nel quale hagenericamente  invitato tutte le parti "a intraprendere azioni più forti per affrontare insieme la sfida climatica".

Johnson

Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, ha dato  il benvenuto ai delegati a Glasgow parlando del figlio immaginario più famoso della città, James Bond. Traccia un'analogia tra una bomba a orologeria che Bond deve disinnescare in un film e la situazione in cui si trova l'umanità: "Il dispositivo dell'apocalisse è reale, e l'orologio sta ticchettando al ritmo furioso di centinaia di miliardi di turbine e sistemi ... coprendo la Terra in una coperta soffocante di CO2. Più a lungo non agiamo, peggio sarà e più alto sarà il prezzo quando saremo costretti ad agire. Se non prendiamo sul serio il cambiamento climatico oggi, sarà troppo tardi per i nostri figli domani. Tutte quelle promesse non saranno altro che blah, blah, blah, per coniare una frase", una frase che riprende l'affermazione di Greta Thunberg. "I bambini che ci giudicheranno non sono ancora nati, e i loro figli... non dobbiamo sbagliare le battute o sbagliare la battuta perché non ci perdoneranno... ci giudicheranno con un'amarezza e un risentimento che eclissa quello di qualsiasi attivista del clima di oggi. E avranno ragione".

Guterres

Durissimo l'intervento del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. "I sei anni dall'accordo di Parigi sono i sei più caldi mai registrati, l'umanità è stata spinta sull'orlo del baratro. O lo fermiamo noi, il cambiamento climatico, o lui ferma noi". "Il nostro pianeta sta cambiando davanti ai nostri occhi - dalle profondità degli oceani alle cime delle montagne; dallo scioglimento dei ghiacciai agli incessanti eventi meteorologici estremi.  L'innalzamento del livello del mare è il doppio rispetto a 30 anni fa. Gli oceani sono più caldi che mai - e si riscaldano più velocemente. Parti della foresta pluviale amazzonica ora emettono più carbonio di quanto ne assorbano". "Mentre apriamo questa tanto attesa conferenza sul clima, ci stiamo ancora dirigendo verso il disastro climatico. I giovani lo sanno. Ogni paese lo vede. I piccoli stati insulari in via di sviluppo - e altri vulnerabili - lo vivono. Per loro, il fallimento non è un'opzione. Il fallimento è una condanna a morte". "Non facciamoci illusioni - dice Guterres - se gli impegni non saranno rispettati entro la fine di questa Cop, i paesi dovranno rivedere i loro piani e le loro politiche climatiche nazionali". E spiega che i paesi dovrebbero tornare a Cop con nuovi impegni ogni anno, piuttosto che ogni cinque anni come in precedenza. "Non ogni cinque anni. Ogni anno fino a quando il mantenimento di 1,5C non sarà assicurato. Finché i sussidi ai combustibili fossili non finiranno, finché non ci sarà un prezzo per il carbonio e finché il carbone non sarà gradualmente eliminato".

Draghi

"Alla COP26 - ha osservato nel suo intervento Mario Draghi - dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull'accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso". "Grazie a un costante dialogo e alla cooperazione - osserva -  nel G20 abbiamo compiuto buoni progressi nell'affrontare il cambiamento climatico. I Paesi del G20 rappresentano circa il 75% delle emissioni globali di gas serra e circa l'80% del PIL mondiale. Al vertice dello scorso fine settimana a Roma, gli Stati membri del G20 hanno concordato che dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo. Abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, migliorare i nostri contributi nazionali determinati e interrompere il finanziamento pubblico internazionale del carbone entro la fine del 2021". "Il cambiamento climatico - prosegue - ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali. Può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali. Può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata. Il cambiamento climatico può dividerci".  "Dobbiamo costruire sull'accordo stretto al G20 - continua - per agire più velocemente. Dobbiamo mettere insieme il settore privato e quello pubblico. Il primo ministro Boris Johnson ha sottolineato l'ammontare di denaro a disposizione: sono decine di bilioni". "Ma ora li dobbiamo usare - continua -, dobbiamo trovare un modo intelligente di spenderli e di spenderli velocemente. Prima di tutto occorre che le banche internazionali di sviluppo, e specialmente la Banca Mondiale, condividano con il settore privato i rischi che quest'ultimo non può sopportare. Servono piattaforme nazionali, in cui le banche multilaterali di sviluppo possano condividere i rischi e rendere questi soldi utilizzabili".  "Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi nel campo dei finanziamenti per il clima. L'Italia ha triplicato il suo contributo, arrivando a 7 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, per aiutare i paesi vulnerabili. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e quello privato, in modi nuovi. Domani Roberto Cingolani, Ministro per la transizione ecologica, annuncerà un'iniziativa ambiziosa da parte dell'Italia".

Biden

 "Abbiamo su di noi gli occhi della storia. Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni? Questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow - ha detto il presidente americano Joe Biden - deve dare il calcio di inizio al cambiamento. Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell'interesse di tutti. La scienza è chiara, dobbiamo alzare le nostre ambizioni e in questo modo potremo mantenere l'obiettivo dei 1.5°. E' un imperativo morale e una grande opportunità, un imperativo economico. Gli Usa possono dare un grande esempio, la mia amministrazione sta lavorando duramente perché queste non siano solo parole ma fatti. La speranza à di trasformare la più grande economia del mondo in una delle più innovatrici per l'energia obbiamo investire nell'energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo di oltre il 50%  le emissioni entro il 2030 e saremo a emissioni nette zero entro il 2050". "L'aumento dei prezzi dell'energia - ha aggiunto - non fa che rafforzare l'urgente necessita' di diversificare le fonti, raddoppiare lo sviluppo dell'energia pulita e adattare nuove promettenti tecnologie energetiche pulite".

Barbados

E sul palco sono saliti anche i paesi che per primi vivono sulla loro pelle gli effetti del cambiamento climatico. "Un aumento medio della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali  - ha attaccato il premier delle Barbados, Mia Mottley - è quello che ci serve per sopravvivere. Due gradi è una condanna a morte per il popolo di Barbuda, di Antigua, delle Maldive, della Dominica, del Kenya e del Mozambico, e per il popolo di Samoa e delle Barbados".  La pandemia" di Covid-19,ha  continuato Mottley, "ci ha insegnato che le soluzioni nazionali non funzionano per i problemi nazionali. Ci sono gap: sulla finanza climatica per la mitigazione, sugli Ndc (National Determined Contributions, gli impegni che ogni Paese prende per ridurre le emissioni, ndr). Cosa dobbiamo dire ai nostri popoli che sono in prima linea, quando qui non ci sono l'ambizione e, purtroppo, neanche alcune delle facce che sono necessarie? I nostri popoli ci stanno guardando: dobbiamo davvero lasciare la Scozia senza i risultati che servono? Davvero alcuni leader presenti credono di poter sopravvivere da soli? Non hanno imparato nulla dalla pandemia?". "I leader - ha aggiunto Mottley - non devono deludere coloro che li hanno eletti per guidare. Dobbiamo tagliare il nodo gordiano: le banche centrali dei Paesi più ricchi hanno speso 25 bilioni di dollari per il Quantitative Easing negli ultimi 13 anni. Se li avessimo usati per finanziare la transizione energetica, per cambiare il modo in cui mangiamo e ci muoviamo, avremmo raggiunto già oggi il limite di 1,5 gradi che per noi è vitale. Serve un aumento annuo dei diritti speciali di prelievo (la valuta di conto dell'Fmi, ndr) di 500 mld di dollari all'anno per 20 anni, messi in un trust, per finanziare la transizione: questo è il vero gap che va colmato, non i 50 mld proposti per l'adattamento climatico. E se 500 mld vi sembrano tanti, indovinate un po', è solo il 2% di quanto speso per il QE".

Il principe Carlo 

E nella cerimonia inaugurale non hanno parlato solo i leader ma anche personalità come il principe Carlo, e una serie di attivisti provenienti dai paesi più colpiti dal cambiamento climatico. "Il costo dell'inazione è di gran lunga superiore al costo delle azioni di prevenzione - ha detto Carlo, il Principe di Galles, parlando ai leader Il mondo deve mettersi sul "piede di guerra" per affrontare la crisi climatica, ha esortato l'erede al trono britannico, appassionato ambientalista, che ha auspicato una "vasta campagnain stile militare per schierare la forza del settore privato globale con i trilioni di miliardi a loro disposizione". Il surriscaldamento della Terra, ha detto Carlo,  rischia di essere un pericolo «ancor più grave» e micidiale per il futuro dell'umanità di quanto non sia stato il Covid. 

Kenya

"Oltre due milioni di miei compatrioti in Kenya -  ha detto ai leader  l'attivista keniota Elizabeth Wathuti  - ischiano una morte per fame legata ai cambiamenti climatici. Nell'ultimo anno, le nostre due stagioni delle piogge sono fallite. Gli scienziati dicono che potremmo dover aspettare 12 mesi per la pioggia. Intanto i nostri fiumi si seccano". "Ho visto con i mei occhi bambini piangere sulla sponda di un fiume ormai asciutto, dopo aver camminato con la madre oltre 12 miglia in cerca d'acqua" - ha affermato Wathuti - i bambini non possono vivere di parole e promesse vuote. Vi chiedono di agire. Per piacere aprite i vostri cuori".

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