Roma, 21 marzo 2022 - Altro che semplice aiuto contro il Covid. La missione "dalla Russia con amore" è stata una grande operazione di spionaggio. Non contro la Nato o le nostre Forze Armate, ma per mettere le mani sul maggior numero di dati possibili su una minaccia globale, il Covid, consentendo alla Russia innanzitutto di prepararsi ad affrontare l’epidemia e possibilmente mettere a punto un vaccino. E fare propaganda. I 14 aerei Ilyushin 76 atterrati a Pratica di Mare il 22 marzo 2020 avevano il meglio del meglio a disposizione di Mosca per raccogliere dati sul vaccino. C’erano due qualificati virologi civili – Natalia Yurievna Pshenichnaya, vicedirettrice dell’Istituto centrale di ricerche epidemiologiche, e Aleksandr Vladimirovich Semenov, dell’Istituto Pasteur di San Pietroburgo – ed esperti militari: il colonnello Igor Bogomilov, capo del Centro di ricerca sulla difesa biologica del ministero della Difesa, e ancora il colonnello Alexei Smirnov, il tenente colonnello Gennady Eremin, il tenente colonnello Vyacheslav Kulish e il tenente colonnello Alexander Yumanov. Tutti del 48° istituto centrale di ricerca biologica militare, che ha tra l’altro realizzato il Novichok, l’agente nervino usato dall’intelligence militare russa per cercare di assassinare gli oppositori del Cremlino. Ucraina, Biden: "Putin valuta uso armi chimiche". Kiev: "Riconquistata Makariv" «I militari russi in Italia durante l’emergenza Covid? Questa vicenda – ha minimizzato ieri l’ex premier Giuseppe Conte – è molto chiara e trasparente. In un momento di estrema difficoltà c’è stata da parte della Russia, e di Putin in particolare, l’offerta della disponibilità di mandare un gruppo di sanitari, scortato dai militari, in ragione della grande esperienza da loro maturata in questo settore. Al di là dei complottismi, sia il ministro della Difesa sia i direttori dei servizi di Intelligence, davanti al Copasir, hanno certificato che questa missione ha avuto solo uno sviluppo in ambito sanitario". ...
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