"Il futuro è nella stampa". E il tycoon americano compra più di cento giornali

Adams punta sulle notizie locali: patto col territorio

Mark Adams, editore statunitense

Mark Adams, editore statunitense

New York, 19 luglio 2018 - Chi ha detto che la stampa quotidiana sta rapidamente morendo? Negli Stati Uniti, nonostante la crisi del settore resti forte per le grandi testate, succede il contrario per i giornali locali o delle piccole comunità. La famiglia Adams, originaria di Minneapolis, col patriarca Stephen e i suoi 4 figli, ha deciso di muoversi in totale controtendenza. Invece di vendere o chiudere hanno iniziato ad acquistare in massa dalle società editrici a gestione famigliare in tutti gli Stati Uniti. Con discrezione, tenacia e basso profilo, gli Adams sono miliardari in dollari da decenni.

Possiedono banche locali, sono giganti nell’industria dei cartelloni pubblicitari, della vita all’aperto e dei camper, titolari di numerosi centri stampa, producono vino in California, e si sono permessi anche una donazione di 100 milioni di dollari alla Yale School of Music per sostenere i giovani musicisti. Nel mondo dei giornali e dei media però non avevano mai messo piede anche se Cedric, il padre di Stephen, fosse un celebre giornalista in radio e scrivesse una rubrica seguitissima sul Minneapolis Star.

Quattro anni fa, però, qualcosa è cambiato. Mark Adams, il secondogenito di Stephen, oggi 56 anni, con una laurea alla London School of Economic e un master alla Boston University, ha fondato la ‘Adams Publishing Group’. Società di cui è presidente e ceo. A passi sempre più rapidi si è messo a rastrellare decine di testate locali che stavano per chiudere. Adams ne è convinto: "il community journalism", se onesto e di qualità, non è in crisi ma ha davanti un ricco futuro. Oggi la Apg possiede più di 127 testate quotidiane, settimanali e mensili che producono utili anche attraverso un’attenta politica abbonamenti ed eventi collaterali. La Apg ha anche 7 centri stampa sparsi per gli Usa, dove si realizzano riviste di viaggio commissionate anche da realtà locali che vogliono promuovere il turismo, riviste militari e di caccia, e una redazione che fornisce prodotti editoriali chiavi in mano. 

L'ultima acquisizione del Sun Coast Media Group, a Venice in Florida, è di dieci giorni fa e ha aggiunto altri 5 quotidiani mentre, nel novembre 2017, sono entrate nella Apg anche le testate della Pointer che vanno ad affiancare quelle della Pioneer News Group, della American Consolidated Media e della Washington Post Southern Maryland Newspapers. Mark Adams e il suo team, in poco più di 44 mesi, hanno realizzato una rete editoriale capillare che opera in 22 Stati Usa: dall’Alabama al Wyoming, dal Minnesota all’Oregon, dalla Georgia allo Utah, alla Florida. Il loro slogan di successo: "Un legame di servizio sempre più stretto con la comunità. La notizia è un servizio" da leggere e pagare. La stessa logica vale per l’organizzazione di eventi dal quartier generale di Greeneville in Tennessee. 

A differenza delle grandi corporation che, per razionalizzare, tendono a uniformare il prodotto editoriale, alla Apg (che chiama gli oltre 2300 dipendenti "associati"), lasciano le cose come sono e i direttori rimangono al loro posto. Una volta fissati gli obiettivi annuali ciascuno rimane libero di agire purché porti i risultati promessi e mantenga fortissimo il legame con la comunità, anche attraverso un diretto rapporto del direttore con lettori e inserzionisti, organizzatori di eventi , scuole e centri culturali e sportivi. Dati gli spazi e le distanze distribuite su quasi 5mila chilometri e tre diversi fusi orari, Mark Adams si presenta sul sito della compagnia con un video. Invita la gente a lavorare per il gruppo e a presentare domande di assunzione: "I dipendenti sono l’asset più importante che abbiamo nel nostro gruppo. Sono l’ossatura del sistema. Senza di loro non saremmo nulla". E poi: "Avete domande per Mark? scrivete a [email protected] e vi risponderà personalmente".

Al telefono ci risponde Jo Ann Hopson, vice presidente delle risorse umane, e spiega che l’interesse intorno ad Apg è molto alto soprattutto per la filosofia del community journalism che si ramifica e irrobustisce anche attraverso la capillare distribuzione porta a porta della stampa scritta tradizionale e della pubblicità.