Perù, colpo di stato di Castillo fallito: arrestato. Dina Boluarte nuovo presidente

Castillo aveva dichiarato in un discorso alla nazione lo stato di emergenza, introdotto il coprifuoco e chiesto ai possessori di armi di consegnarle entro 72 ore alla più vicina stazione di polizia

Il presidente peruviano Pedro Castillo (Ansa)

Il presidente peruviano Pedro Castillo (Ansa)

Roma, 7 dicembre 2022 - Tentativo di colpo di Stato fallito in Perù. Il presidente Pedro Castillo, proprio nel giorno in cui il Parlamento ha votato una mozione per il suo impeachment per "incapacità morale", aveva annunciato di voler sciogliere il Parlamento e dichiarato lo stato di emergenza, introducendo il coprifuoco in tutto il Paese a partire dalle 22 locali fino alle 4 di giovedì. Subito dopo il discorso alla nazione, Castillo è stato destituito dal Parlamento, che ha votato la mozione di sfiducia con con 101 voti a favore, 6 contro e 10 astensioni, e poi arrestato con l'accusa di sedizione, turbativa dell'ordine pubblico e eccesso di potere. La vicepresidente Dina Boluarte è diventata il nuovo capo dello Stato. E' la prima presidente donna del Perù. Membro del partito di stampo socialista Perù Libre, avvocata di 60 anni, Boluarte ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Parlamento.

In un discorso alla nazione, Castillo aveva annunciato anche la sua intenzione di convocare elezioni legislative che si sarebbe dovute tenere nel giro di nove mesi: "Il prossimo Parlamento che sarà eletto dovrà avere funzioni di costituente per riformare la Costituzione del Paese", aveva detto Castillo

Castillo aveva anche chiesto a tutti i peruviani che posseggono armi di consegnarle nel giro di 72 ore al più vicino posto di polizia, aggiungendo che "da oggi fino a quando si instaurerà il nuovo Congresso il Paese verrà governato tramite decreto".

Il precedente del 'Fujimorazo'

Un colpo di Stato in Perù si era già verificato il 5 aprile del 1992, quando andò in scena il poi ribattezzato 'autogolpe''Fujimorazo' dell'ex presidente Alberto Fujimori con cui l'allora capo dello Stato, sostenuto dall'esercito, sciolse il Parlamento e aprì la strada alla creazione della una nuova Magna Carta che ancora vige nel Paese sudamericano.

Raffida di dimissioni dei ministri

Subito dopo le decisioni prese da Castillo, è arrivata una raffica di dimissioni nel governo della premier Betssy Chavez. Oltre al primo ministro, si sono dimessi il ministro degli Esteri, Cesar Landa, il ministro del Lavoro, Alejandro Salas, il titolare dell'Economia, Kurt Burneo, quello della Giustizia, Felix Chero e la ministra della Cultura, Silvana Robles. Il quotidiano La Republica da conto di una rinuncia inviata ieri per lettera al ministro della Difesa, Gustavo Bobbio, e del comandante generale dell'esercito, Walter Cordova Aleman. 

L'impeachment a Castillo

La denuncia fatta subito dai media peruviani è stata che in Perù fosse in corso un golpe da parte di Castillo, insediatosi alla presidenza il 28 lugio 2021 e messo con le spalle al muro dal Parlamento con una mozione di sfiducia per "incapacità morale". L'iniziativa, la terza in un anno, è stata promossa dall'opposizione di centrodestra ed è stata accolta nell'ordine del giorno con 73 voti a favore, 32 contrari e 6 astensioni.

La destituzione per "permanente incapacità morale" è una figura prevista dalla Costituzione peruviana e che, se accolta, permette al Parlamento di assumere il controllo politico dell'esecutivo a fronte del vuoto di potere generato dalla destituzione. La leader di Fuerza Popular, Keiko Fujimori, ha reagito via Twitter affermando che "Pedro Castillo sferra un colpo disperato perché sapeva di avere ancora poche ore al potere. Il Congresso deve andare avanti con il la destituzione e le Forze Armate devono sostenere l'ordine costituzionale".