Israele, la svolta di Washington: "Le colonie in Cisgiordania non sono illegali"

L'annuncio è stato dato dal segretario di Stato Mike Pompeo. Esulta Gerusalemme. Proteste dell'Anp. Ue: "La nostra posizione non è cambiata: sono illegali"

Un palestinese lancia un sasso contro i militari israeliani a Hebron (Ansa)

Un palestinese lancia un sasso contro i militari israeliani a Hebron (Ansa)

Washington, 19 novembre 2019  - Gli Stati Uniti non considerano più illegali gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati. E' l'annuncio del segretario di Stato americano Mike Pompeo. Azzerato il Memorandum Hansell del 1978 con il quale Washington giudicava l'occupazione dei Territori "incompatibile con il diritto internazionale". 

Pompeo ha spiegato: "Definire gli insediamenti civili incompatibili con il diritto internazionale non ha favorito la causa della pace", e ha continuato: "La dura verità è che non vi sarà mai una soluzione legale del conflitto e le argomentazioni su chi ha ragione e chi ha torto dal punto di vista delle leggi internazionali non porteranno mai la pace".

La decisione di Washintgton ripudia così la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu del 2016, che definì una "flagrante violazione" delle leggi internazionali le colonie israeliane nella West Bank, e la quarta Convenzione di Ginevra, che sancì l'illegalità del trasferimento di popolazione da parte di una potenza occupante. 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto con favore la posizione degli Stati Uniti. Questa decisione "riflette una verità storica - che gli ebrei non sono colonizzatori stranieri in Giudea-Samaria (ndr: nome biblico usato in Israele per designare la Cisgiordania occupata). In realtà, siamo chiamati ebrei perchè siamo il popolo della Giudea", ha sottolineato in una nota. 

Anche il premier incaricato di formare il nuovo governo israeliano e leader di Blu-Bianco, Benny Gantz, ha commentato positivamente la pres di posizione dell'amministrazione Trump, definendola "importante dichiarazione" sugli insediamenti in Cisgiordania. Poi ha ricordato che il destino di quel territorio "dovrà essere determinato da accordi che tengano conto delle richieste di sicurezza e possano promuovere la pace. Accordi che siano utili a entrambe le parti e riflettano la realtà sul terreno".

L'Autorità Palestinese ha invece denunciato la posizione degli Stati Uniti:  Washington "non è qualificata o autorizzata a rovesciare le disposizioni del diritto internazionale e non ha il diritto di legalizzare gli insediamenti israeliani", ha detto in una dichiarazione il portavoce presidenziale palestinese Nabil Abu Roudeina. 

Ma anche la Ue ha commentato, ed è contraria: "La posizione dell'Ue sulla politica di insediamento israeliana nel territorio palestinese occupato è chiara e rimane invariata: tutte le attività di insediamento sono illegali ai sensi del diritto internazionale ed erodono la fattibilità della soluzione a due Stati e le prospettive di una pace duratura, come ribadito dalle Nazioni Unite Risoluzione del Consiglio di sicurezza 2334", scrive l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini che "invita Israele a porre fine a tutte le attività di insediamento".

Subito dopo l'annuncio di Pompeo l'ambasciata Usa a Gerusalemme ha messo in guardia gli americani che viaggiano a Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza. "Individui e gruppi contrari al recente annuncio del segretario di stato potrebbero colpire infrastrutture, interessi privati e cittadini Usa" ha spiegato l'ambasciata.

Il comunicato dell'ambasciata Usa di Gerusalemme
Il comunicato dell'ambasciata Usa di Gerusalemme