Mercoledì 24 Aprile 2024

Colombia, trovati vivi i quattro bambini dispersi da 40 giorni nella foresta dell’Amazzonia

Il presidente Gustavo Pedro: “Un giorno magico”. I piccoli sopravvissuti grazie agli insegnamenti della tribù e della nonna”

Bogota, 10 giugno 2023 - Incredibile in Colombia: sono stati trovati vivi i quattro bambini dispersi nella foresta dell'Amazzonia da 40 giorni, e già sopravvissuti a un incidente aereo. Con immensa gioia lo ha annunciato il presidente colombiano Gustavo Petro: "'Un giorno magico''. Il capo di Stato, tra i più convinti nel continuare le ricerche dell’”Operazione speranza”, a Bogota ai giornalisti ha spiegato che i piccoli ''sono deboli, e i "medici si stanno occupando di di loro''. I bambini, che hanno perso nell’incidente del Cessna 206 la mamma, sono Lesly Mukutuy, 13 anni; Soleiny Mukutuy, 9 anni; Tien Noriel Ronoque Mukutuy, 4 anni, e Cristin Neruman Ranoque Mucutuy di un anno.

Trovati vivi i 4 bambini dispersi nella foresta amazzonica da 40 giorni
Trovati vivi i 4 bambini dispersi nella foresta amazzonica da 40 giorni

Trovati in mezzo alla giungla dopo 40 giorni

I 4 piccoli eroi bambini sono stati localizzati nel pomeriggio in mezzo alla giungla e subito trasportati in elicottero a San Josè del Guaviare. In seguito sono stati trasferiti con un aereo ambulanza dell'Aeronautica Militare a Bogotà. Le forze armate colombiane hanno pubblicato le foto dei quattro bambini. In un post del generale Giraldo: "L'unione degli sforzi ha reso possibile questo momento di gioia per la Colombia", e ancora "Gloria ai soldati delle Forze militari, alle comunità indigene e alle istituzioni che hanno partecipato all'Operazione speranza".

Lesly, la piccola guerriera, li ha guidati

"Voglio solo vederli, toccarli" ha affermato Fidencio Valencia, il nonno dei bambini, saputa la lieta notizia. Huitoto, indigeno di 47 anni, ha sempre creduto che ce l'avrebbero fatta: "sono molto abili a camminare" attraverso la giungla. Ma pare sia stata la 13enne Lesly, di indole guerriera, a guidare i suoi fratelli attraverso i pericoli della giungla. "Si è sempre presa cura di loro quando la loro madre lavorava. Dava loro farinita, casabito (farina e pane di manioca), qualsiasi frutto del cespuglio", ha detto la nonna Fatima Valencia, madre di Magdalena Mucutuy, deceduta nello schianto dell'aereo. E ha aggiunto le donne indigene "sono molto bellicose".

Wilson, il pastore belga di sei anni che ha guidato le ricerche di Operazione speranza
Wilson, il pastore belga di sei anni che ha guidato le ricerche di Operazione speranza

Ma è sparito Wilson, il cane che li ha trovati

Purtroppo nella gioia del ritrovamento dei 4 bambini, c'è anche la preoccupazione per Wilson, un pastore belga di sei anni che ha guidato le ricerche di Operazione speranza, e che nei giorni scorsi è svanito nella giungle di Caquetá e Guaviare. Secondo i militari l'eroico Wilson avrebbe trovato per primo i bambini, e lo hanno dedotto dalle tracce ritrovate in questi giorni di ricerche: l'impronta dell'animale e quella di un bambino nella stessa area: "Abbiamo un cane smarrito e le ultime tracce mostrano l'impronta di un cane e quella di un bambino. Pensiamo che sia con loro. Sarebbe spettacolare. Farebbe loro una buona compagnia", aveva ipotizzato qualche giorno fa Fausto Avellaneda, comandante di Operazione Speranza. Il cane si sarebbe unito ai bambini, ma "a causa della complessità del terreno, dell'umidità e delle avverse condizioni meteorologiche, possa aver perso l'orientamento". E' stato Wilson a trovare una delle prime prove che hanno dato speranza nella ricerca dei piccoli: il biberon di Cristí abbandonato lontano dall'aereo in mezzo alla vegetazione. Wilson è già un eroe in Colombia e in molti, dopo aver esultato per i piccoli ancora vivi, ora chiedono di ritrovare i cane disperso nella selva amazzonica.

Sopravvissuti grazie a quanto imparato dalla tribù

I 4 bambini hanno evitato i pericoli e sono riusciti a rimanere in vita grazie al sapere acquisito nella loro tribù e dalla nonna Fatima. John Moreno, un leader indigeno guananese di Vaupes, ha spiegato ai giornalisti che non è stato semplice per i bambini sopravvivere nella selva dell'Amazzonia, "è una giungla vergine, fitta, pericolosa e hanno dovuto ricorrere alla conoscenza che apprendono nella comunità, la conoscenza ancestrale per sopravvivere". Inoltre, ha aggiunto Moreno: "Sono stati cresciuti dalla nonna, che è esperta nella riserva indigena di Araracuara. La conoscenza tradizionale che è stata loro insegnata è stato ciò che li ha fatti sopravvivere". La pensa così anche Sandra Vilardy, viceministro per le politiche ambientali, che ha sottolineato "la conoscenza che gli era stata data in precedenza" ha permesso loro di sopravvivere alle difficoltà nella giungla.

Medici: sono disidratati e hanno ferite ai piedi 

Un primo rapporto medico rende noto che i bambini sono disidratati e presentano punture di insetti e ferite multiple, molte ai piedi per aver camminato a piedi nudi nella giungla. In piccoli però si sono curati, avevano delle bende improvvisate ai piedi per poter continuare a camminare.