Cop26, il dinosauro alle Nazioni Unite: basta scuse, estinguersi è una brutta cosa

Folgorante video del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. "Almeno noi - dice il dinosauro - abbiamo avuto un asteroide, quale è la vostra scusa?"

Roma, 28 ottobre 2021 - "Almeno noi abbiamo avuto un asteroide", avverte il dinosauro riferendosi all'ipotesi dell'impatto cosmico  che spiega l'estinzione dei dinosauri 70 milioni di anni fa. "Qual è la vostra scusa?". E' folgorante il nuovo cortometraggio lanciato  dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), come il fulcro della campagna 'Don't Choose Extinction'. Il video, prodotto utilizzando le tecniche CGI (computer generated imagery) utilizza lo stile narrativo holliwodiano e risulta molto efficace . "So un paio di cose sull'estinzione - esordisce il dinosauro ribattezzato da UNDP Frankie the dinosaur - e lasciatemi dire che estinguersi è una brutta cosa! e portarsi da soli all'estinzione è la cosa più ridicola che ho sentito in 70 milioni di anni. Almeno noi avevamo un asteroide, quale è la vostra scusa? State andando verso un disastro climatico e ogni anno i governi spendono centinaia di miliardi di dollari (420 miliardi. NDR) fondi pubblici in sussidi alle fonti fossili! Immaginate se noi avessimo speso centinaia di miliardi per sussidiare giganteschi meteoriti! Ed è quello che state facendo proprio adesso!". Il dinosauro dice poi al pubblico di diplomatici sconcertati che "è ora che gli umani smettano di trovare scuse e inizino a fare cambiamenti" per affrontare la crisi climatica. Ma non è facile a farsi perché al di là delle promesse prevalgono gli interessi nazionali di breve periodo, e la paura di perdere voti. Come vedremo la prossima settimana a COP 26.

Con gli impegni attuali - scarsi e volontari - il riscaldamento climatico a fine secolo non sarà nel range di 1.5/2 gradi come solennemente fissato come obiettivo dalla comunità internazionale nella Conferenza delle parti del 2015, ma di ben 2.7 gradi. A dirlo è una fonte più che autorevole come l'Unep, l'agenzia ambientale delle Nazioni Unite, che nell'edizione 2021 del suo tradizionale (e inascoltato) "Emission gap report" ha lanciato nei giorni scorsi un ennesimo grido di allarme. Come dice il sottotitolo del rapporto "The heat is on", è "un mondo di promesse non rispettate". E infatti. "I nuovi o aggiornati NDC (Nationally determined contributions, gli impegni nazionali di taglio delle emissioni. NDR) e gli impegni annunciati per il 2030 - dice il rapporto - hanno solo un impatto limitato sulle emissioni globali e sul divario di emissioni nel 2030, riducendo le emissioni previste per il 2030 solo del 7,5%, rispetto ai precedenti NDC incondizionati, mentre il 30% è necessario per limitare il riscaldamento a 2°C e il 55% è necessario per 1,5°C. Se le emissioni continuassero per tutto questo secolo, porterebbero a un riscaldamento di 2,7°C. Il raggiungimento degli impegni netti zero che un numero crescente di paesi si sta impegnando a rispettare migliorerebbe la situazione, limitando il riscaldamento a circa 2,2°C entro la fine del secolo. Tuttavia, gli impegni per il 2030 non mettono ancora i membri del G20 (che rappresentano quasi l'80% delle emissioni di gas serra) su un percorso chiaro verso lo zero netto".